Coronavirus, cosa prevede il nuovo decreto del Governo: chiuse altre attività

Ieri il Governo ha emesso un nuovo decreto per contrastare il Coronavirus che prevede la chiusura di ulteriori attività non essenziali. Ecco la lista.

Coronavirus decreto governo
Giuseppe Conte (Getty Images)

Sono circa settanta le voci della lista provvisoria delle attività che potranno restare aperte, dopo che il Governo ha emesso il nuovo decreto per far fronte all’emergenza Coronavirus. Le filiere ritenute fondamentali potranno continuare a restare aperte, come ad esempio quelle alimentari, farmaceutiche, biomediche e dei trasporti. Assicurato il proseguimento del loro lavoro anche di edicole, tabaccai e servizi informativi. Il settore della pubblica amministrazione, invece, si è visto tagliare di netto le proprie attività, ad eccezione di quelle riguardanti sanità, difesa e istruzione.

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Coronavirus, chi potrà e chi non potrà continuare a lavorare

Coronavirus decreto governo
(Getty Images)

Stando all’ultimo decreto del Governo contro il Coronavirus, potranno rimanere attive l’industria delle bevande, quella alimentare e zootecnica. Così come quelle di gomma, plastica, carta e prodotti chimici non saranno fermate. Anche chi opera nei settori idraulici, elettrici, di riscaldamento e condizionatori potrà proseguire con i lavori, alla stregua delle raffinerie petrolifere. Altresì gli esercizi bancari, postali, assicurativi e finanziari non saranno obbligati ad interrompere le proprie attività. Dovranno rimanere chiusi gli stabilimenti dell’industria tessile legata all’abbigliamento, mentre quelli adibiti alla produzione di indumenti da lavoro potranno continuare. I trasporti (ferroviario di passeggeri interurbano, terrestre di passeggeri in aree urbane suburbane, marittimo, aereo, taxi, Ncc, autotrasportatori) non sarebbero inclusi nel provvedimento, ma gli enti locali avrebbero il diritto di limitare gli spostamenti. Le persone, infatti, potranno muoversi solo per comprovati motivi di necessità. Infine, anche i servizi di assistenza sociale, veterinari, i call center, la vigilanza privata, la pulizia e lavaggio delle zone pubbliche, così come la gestione delle fogne e della raccolta rifiuti non dovrebbero essere intaccato dalle nuove misure.

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