Andrea Iannone squalificato: ambigua sentenza della Federmoto

È giunta la sentenza tanto attesa della Federmoto internazionale in ordine alla questione Iannone-doping: il pilota sarà out per 18 mesi.

Rottura Iannone De Lellis
Andrea Iannone (Getty Images)

La Federmoto internazionale si è espressa in ordine al procedimento nei confronti di Andrea Iannone trovato positivo a sostanze dopanti all’esito del Gp di Malesia il 3 novembre scorso. Per i giudici il pilota dell’Aprilia subirà un’esclusione dalle competizioni di 18 mesi, ossia sino al giugno 2021. Eppure la sentenza lo riconosce “colpevole” solo per metà. Già, perché i giudicanti affermano anche che Andrea Iannone sarebbe stato vittima di una contaminazione alimentare e non avrebbe assunto volontariamente il drostanolone. Insomma, al suo caso è stato applicato un principio di responsabilità oggettiva. I legali del piloti annunciano ricorso al Tas.

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Andrea Iannone squalificato: la sentenza della Federmoto internazionale

La decisione assunta all’esito del processo nei confronti di Andrea Iannone, dopo che quest’ultimo era stato trovato positivo a sostanze dopanti nel Gp di Malesia il 3 novembre, presta il fianco ad alcune considerazioni. I giudici della Federmoto internazionale, pur avendo stabilito che il pilota dovrà restare fuori dalle competizioni sino al giugno 2021, ritengono che l’abruzzese sia stato vittima di una inconsapevole contaminazione alimentare. La domanda sorge spontanea. Come può essere condannato all’esclusione dalle gare se il motivo della positività non era a lui imputabile? Non è mancata la considerazione alla sua difesa, al cui capo vi è l’avvocato Antonio De Rensis. Per tale ragione i legali del pilota hanno annunciato ricorso al Tas. La decisione, potrebbe arrivare in autunno.

In sostanza per i giudici Andrea Iannone sarà escluso per 18 mesi da tutte le competizioni a causa della sua positività al drostanolone pur essendo stato inconsapevole dell’assunzione. Una responsabilità oggettiva, dunque, quella dell’abruzzese. Sussistente per il solo fatto che all’esito del Gp di Malesia è stata riscontrata incontrovertibilmente la sostanza nel suo organismo. Per i giudici Iannone avrebbe dovuto controllare le sostanze proibite e l’Aprila vigilare.

Quanto alla decisione della Federmoto, si è espressa proprio la casa di Nolte. Le parole dell’Ad dell’Aprilia Racing Massimo Rivola non fanno altro che dimostrare la fiducia risposta in Iannone già più volte resa manifesta. “La sentenza ci lascia sconcertati per la pena inflitta ad Andrea ma anche molto soddisfatti nelle sue motivazioni. I giudici – ha affermato l’ad stando a quanto riportato dalla redazione di DueRuote- hanno riconosciuto la totale buona fede di Andrea e la inconsapevolezza nella assunzione confermando la tesi della contaminazione alimentare“.

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Andrea Iannone (Getty Images)
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