Il Murale dedicato al personale del Auxologico San Luca a Milano (Getty Images)
L’Italia entra nella Fase 2 post COVID19 e cerca di mantenere un minimo d’ordine in una fase sicuramente non facile e poco chiara. Confusione per via delle prassi diverse tra regione e regione, qualche prima angoscia e ressa alle stazioni ferroviarie, il rito della misurazione della temperatura con gli scanner…
Il Murale dedicato al personale del Auxologico San Luca a Milano (Getty Images)
Ancora una volta l’appello delle istituzioni è al senso di responsabilità dei cittadini. Ma se ci ricordiamo com’era andato a finire l’appello precedente, quello dell’8 marzo, forse era meglio mettere regole più chiare e uniforme.
Autocertificazione Fase Due in PDF da stampare e compilare a penna
Autocertificazione Fase Due in DOX da pre-compilare al PC
I controlli saranno frequenti in stazioni e aeroporti ma anche in città con posti di blocco (Getty Images)
L’Italia è un paese che ha mille risorse e qualità ma non si può certo dire che la gente segua volentieri le regole. La notte dell’8 marzo, quando da più parti l’invito era stato quello di non spostarsi e di restare a casa, ci fu l’assalto ai treni alle stazioni di Milano con la fuga di migliaia di persone che hanno fatto di tutto per tornare alle famiglie d’origine al sud. Dove vennero accolte da polizia e forze dell’ordine e chiuse in quarantena e in qualche caso addirittura ricoverate.
Molti virologi da corsia, e non da salotto e da talk show, hanno giudicato questi provvedimenti della Fase 2 post COVID19 ‘troppo permissivi e rischiosi’: “Purtroppo rischiamo di avere di nuovo gli ospedali pieni nell’arco di tre settimane”, ha anche scritto qualcuno sui social, a rischio di sembrare una Cassandra. Ma queste sono le decisioni e le indicazioni Giuseppe Conte ha inviato ai vari prefetti
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Santa Maria in Trastevere ieri pomeriggio prima dell’inizio della Fase 2 (Getty Images)
I vincoli all’interno delle singole città saranno un po’ meno pressanti. Forse incontreremo qualche posto di blocco in meno. Ma ci saranno controlli frequenti in stazioni ferroviarie, aeroporti, piazzole delle linee bus gran turismo di lunga percorrenza. E anche ai caselli e nelle aree di servizio delle Autostrade. A tutti verrà presa la temperatura e si controllerà la natura del viaggio. Stando a quello che dice il governo non sarà più necessaria l’autocertificazione per chi lavora: ma anche su questo non c’è molta chiarezza. Se ci si sposta da comuni o addirittura da regioni diverse? Se si è rappresentanti di commercio?
Ieri, contattati da Automotorinews, quasi tutte le forze dell’ordine hanno consigliato a chiunque si sposti per lavoro di avere oltre a un badge di riconoscimento della propria azienda o a una copia del proprio orario di lavoro di tenere anche una copia delle vecchie autocertificazioni. Che, rispetto alle necessità di lavoro, motivi di salute motivazioni di grave urgenza è di fatto identica a quella di prima.
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Si prevede maggiore ressa nei punti vendita della grande distribuzione (Getty Images)
Chi invece si sposta per andare a trovare un parente dovrà compilare l’autocertificazione chiarendo luogo di partenza e di destinazione e chi si va a trovare. Sul concetto di congiunto si è ironizzato molto: genitori, figli, cugini, nipoti, fidanzati, persone con cui si intrattiene una relazione sentimentale stabile. Vale quasi tutto: e siccome da quanto si è chiarito non sarà necessario mettere l’identità della persona che si visita, il richiamo al buon senso e alla responsabilità è davvero il minimo.
Milano si è rimessa in moto all’alba con un po’ di traffico in più e un discreto movimento alla Stazione Centrale dove quasi tutti i treni di lunga percorrenza sono esauriti: in gran parte sono studenti universitari rimasti a Milano o lavoratori fuori sede che rientreranno a casa per alcuni giorni. Ci si aspetta un grande flusso di traffico tra Milano e Roma, Napoli, Bari, la Calabria e la Sicilia nelle prossime 72 ore e un controesodo tra circa tre settimane quando probabilmente il decreto cambierà ancora.
Attenzione però: sono molte le regioni (Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Sicilia) che prevedono una quarantena di quattordici giorni al rientro, e dunque l’obbligo di fornire un domicilio e di non muoversi da lì per due settimane. Caso limite: se una persona che vive a Palermo dovesse tornare dai genitori a Napoli, dovrebbe sottoporsi a 14 giorni di quarantena quando arriva in Campania e ad altrettanti giorni di quarantena qualora decidesse di tornare a casa a Palermo. Sempre che i decreti non cambino prima.
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Esempio di attività fisica senza assembramento, Ostia (Getty Images)
Le persone che torneranno in attività sono circa quattro milioni: la chiusura di attività di bar e ristorazione ma soprattutto il fatto che scuole e università rimangano attive solo on line, è un aiuto a ridurre il traffico che però consentirà a molte persone che non ne hanno reale necessità di spostarsi senza motivo.
C’è polemica sul fatto che a molti negozi che riapriranno verrà consentito una fase straordinaria di saldi per riattivare un mercato bloccato da 50 giorni, il che renderà molti centri commerciali aree ad alto rischio di assembramento.
Ci sarà inevitabilmente molta confusione su quello che si può e non si può fare anche perché il decreto che scrive (come chiarimento) che potranno incontrarsi “i coniugi, i rapporti di parentela, affinità e unione civile, nonché le relazioni connotate da duratura e significativa comunanza di vita e di affetti comprese quelle tra fidanzati, come stabilito da una sentenza della Cassazione del 2014” non sembra chiarire granché.
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Ultime ore di Lockdown a Roma (Getty Images)
Se si esce per fare un po’ di moto in teoria l’autocertificazione non serve: ma servirà sempre e comunque un documento valido al seguito con la mascherina indossata, sia a piedi che in bici. Dispensati solo i motociclisti che una volta scesi dal mezzo la dovranno subito indossare. Le cosiddette seconde case restano vietate: si può andare a controllare se è tutto a posto, fare una manutenzione, ma non ci si può trasferire. La cosa però è meno chiara in alcune regioni come Calabria e il Veneto che, non senza polemiche, hanno adottato criteri più ampi riaprendo in qualche caso anche piscine e palestre.
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