Formula 1

La Ferrari vuole un pilota donna: l’iniziativa della Driver Academy

La Ferrari ha firmato un’intesa quadriennale con la FIA per aiutare delle ragazze ad arrivare a guidare per la Driver Academy di Maranello.

Ferrari Driver Academy cerca talenti femminili

Per molto tempo gli sport motoristici sono stati considerati un’esclusiva degli uomini, ma anche le donne hanno voglia di dire la loro nelle corse automobilistiche e motociclistiche.

In questa direzione va la decisione della Ferrari Driver Academy di aderire a “FIA Girls on Track – Rising Stars”, il programma creato dalla Women in Motor Sport Commission della Federazione Internazionale dell’Automobile. Lo scopo è quello di aiutare i migliori talenti femminili tra i 12 e i 15 anni per portarli a correre al migliore livello possibile.

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F1, due pilote in Ferrari?

Mattia Binotto felice dell’accordo firmato con la FIA

Ferrari e FIA hanno siglato un accordo della durata di quattro anni. Due delle più promettenti ragazze avranno la possibilità ogni di entrare nella Driver Academy di Maranello, la stessa di cui ha fatto parte anche un certo Charles Leclerc e più recentemente Mick Schumacher. La fortunata verrà schierata al via di uno dei campionati nazionali di FIA Formula 4.

Il processo di selezione vedrà impegnate prima le Associazioni sportive nazionali affiliate alla FIA e poi i tecnici della FDA. Il processo si ripeterà l’anno seguente e questo significa che nel 2022 potrebbero esserci due ragazze a guidare con i colori della Ferrari Driver Academy.

Mattia Binotto, team principal della scuderia di Maranello, è entusiasta dell’accordo sottoscritto: “Crediamo fermamente nella crescita nello sviluppo dei giovani talenti nel motorsport, come testimonia l’impegno ultradecennale in FDA, rivolto non soltanto alla pura e semplice selezione dei migliori piloti ma anche alla loro formazione culturale, tecnica ed etica. In questo ambito ci è sembrato doveroso fare uno sforzo ulteriore allargando il nostro raggio d’azione al mondo delle giovani ragazze che vogliono cimentarsi nelle competizioni automobilistiche dove, sebbene in teoria non esistano barriere di genere, è un fatto che l’accesso per loro sia certamente più difficile”.

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Matteo Bellan

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