Hamilton-Todt, polemica sul razzismo in F1: la risposta del presidente FIA

Jean Todt risponde a Lewis Hamilton, che in Ungheria aveva invitato la Federazione a fare qualcosa di concreto nella lotta al razzismo.

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Lewis Hamilton e il presidente FIA Jean Todt (Foto: Getty Images)

Ormai da qualche tempo Lewis Hamilton si sta facendo promotore di una campagna contro il razzismo, diventata ancora più di attualità dopo la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso da un agente di polizia dopo un controllo a Minneapolis. Emblematico è stato il gesto del campione del mondo in occasione della prima gara stagionale, in Austria, dove è arrivato a inginocchiarsi insieme ad altri colleghi, con chiaro riferimento a quanto era accaduto qualche settimana prima. Un gesto che però non è stato fatto da Charles Leclerc, anche se il monegasco aveva voluto precisare di essere sensibile alla tematica, ma di ritenere eccessivo questo modo di agire.

Il pilota della Mercedes è andato però dritto per la sua strada sottolineando quanto la Formula Uno debba fare di più per smuovere l’opinione pubblica. Anzi, il campione del mondo ha invitato anche la Federazione ad appoggiarlo su una questione che lui ritiene fondamentale.

Austria Hamilton
Lewis Hamilton prima della partenza a Spielberg (Getty Images)

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Hamilton e il razzismo in Formula Uno – La risposta di Jean Todt

Non è tardata ad arrivare la presa di posizione dell’esponente più importante della FIA, Jean Todt. Il presidente apprezza certamente il punto di vista del campione del mondo, ma ci tiene a sottolineare come la considerazione nei confronti delle persone debba avvenire a prescindere dal colore della pelle.

Hamilton tiene in modo particolare al tema razzismo, soprattutto in questo periodo è una questione che lui sta portando avanti con grande convinzione – sono le parole del dirigente riportate da Formula Passion -. Non tutti reagiscono però allo stesso modo, c’è chi ha ritenuto di inginocchiarsi per manifestare la propria sensibilità alla questione e chi, invece, pur ritenendo la questione importante non lo ha fatto. A volte, infatti, è possibile combattere per una causa importante anche stando in silenzio. Ma tutti noi siamo toccati dal razzismo, che si verifica ancora troppo frequentemente nella nostra società. Io sono dell’opinione che tutte le vite siano importanti, non solo quelle delle persone di colore. Quindi lo slogan che dovremmo portare avanti è ‘All lives matter‘”.

La risposta di Todt all’appello lanciato da Lewis in Ungheria, dove aveva invitato la Federazione a combattere attivamente per il razzismo (“C’è bisogno di un leader, dov’è Todt? Non dovrebbe essere compito mio chiamarli“ – aveva detto) non sembra qundi lasciare spazio a interpretazioni.

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