(Foto: Getty)
Le istituzioni mongole hanno chiesto provvedimenti nei confronti di Max Verstappen in seguito alle offese verso Lance Stroll al GP Portogallo.
Max Verstappen avrebbe esagerato secondo l’ambasciatore ONU della Mongolia Lundeg Purevsuren, che ha scritto a Red Bull e FIA, chiedendo provvedimenti disciplinari nei confronti dell’olandese. Stando a quanto riporta Motorsport.com, la causa sarebbe costituita dai commenti offensivi del giovane talento della F1 verso Lance Stroll, reo di aver causato l’incidente tra i due in occasione delle FP2 del GP del Portogallo.
In particolare, Verstappen, preda della frustrazione del momento, si è lasciato andare in parole poco piacevoli, che coinvolgono la nazione asiatica. “E’ cieco questo fot**to ragazzo? Che ca**o ha che non va? Gesù Cristo. Che ritardato. Mi ha danneggiato. Che mongolo. Lo giuro” ha sbraitato in un team radio il pilota.
Commenti a cui è seguita una dichiarazione di scusa del driver Red Bull, in cui afferma di non aver scelto le parole giuste e che non era sua intenzione più assoluta offendere qualcuno. A prendere le parti del suo scudiere è stato, in un’intervista alla BBC, Christian Horner, ribadendo quanto il ragazzo sia stato colto dalla foga emotiva del momento.
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Ciononostante, le sue parole sono state considerate indirizzate verso l’identità mongola e a ciò fa riferimento la lunga lettera delle istituzioni del Paese asiatico che chiede scuse dirette di Verstappen, oltre a provvedimenti disciplinari da parte della FIA nei suoi riguardi.
“Condanno l’uso di un linguaggio razzista e non etico in pubblico dal pilota Red Bull Max Verstappen durante le prove libere del 23 ottobre del GP del Portogallo – si legge nella lettera di Purevsuren – Lo sport è considerato un simbolo di unione in tutto il mondo e credo che non dovrebbe esserci alcuna forma di discriminazione razziale nello sport. Supporto l’iniziativa “We Race as One” della Formula 1 contro il razzismo. Ma a causa dell’accaduto sopracitato, dubito che questa iniziativa incontri la realtà”.
Infine, la lettera si chiude con l’augurio dell’ambasciatore ONU che la FIA provveda a sanzionare il pilota.
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