F1 GP Turchia, pagelle Gare: Hamilton stellare, Vettel che orgoglio

Se mai ce ne fosse bisogno il GP di Turchia testimonia una volta di più la grandezza insuperabile di Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo

GP Russia Lewis Hamilton
Settimo titolo mondiale a Istanbul per Lewis Hamilton (Getty Images)

Nel GP di Turchia, su un asfalto impossibile che trasforma qualsiasi curva in una potenziale sfida all’ultimo drift e che rischia di costare un colpo di scena, escono i valori della classe e dell’esperienza con Hamilton e Vettel protagonisti assoluti.

Lewis Hamilton Parte molto bene approfittando del balbettio di Verstappen, fa tutte le sue scelte nel modo più giusto e al momento migliore e sfrutta le gomme meglio di chiunque altro senza commettere errori e compiendo il suo capolavoro nel gran premio più difficile. Vince quando avrebbe avuto tutto da perdere e si dimostra inequivocabilmente il più grande in senso assoluto. Il più grande di sempre. I paragoni non sono mai belli, soprattutto con un fuoriclasse come Schumacher e tra auto diverse. Ma il modo in cui Hamilton porta al traguardo quest’auto su una pista del genere e in queste condizioni merita la perfezione assoluta. Voto 10 e lode, nessuno come lui.

Sebastian Vettel – La sceneggiatura perfetta: aspetta l’ultima curva per piazzare la sua zampata d’orgoglio, conquistare un podio assolutamente insperato ma meritato per la continuità e l’affidabilità con la quale ha saputo guidare in circostanze davvero incredibili. Solo un grande regista poteva portare sul podio Vettel per omaggiare Hamilton in una immagine evocativa, di grande effetto e assolutamente perfetta per questa giornata storica. Voto 8, l’orgoglio e il riscatto.

Valtteri Bottas – Dimostra i suoi limiti in modo forse definitivo: soffre enormemente la pista, va a giocare sull’ottovolante mentre Hamilton tiene sempre gomme e piedi per terra. Sarebbe ingeneroso giudicare tutta la sua stagione in base a questa gara che è stata la sua peggiore in assoluto di questa stagione. Finisce doppiato. Ma onestamente tra lui e Hamilton c’è un abisso. E la Turchia lo ha dimostrato. Voto 4, non competitivo.

Charles Leclerc – Sentirlo urlare nel team radio “Sono un coglione” per almeno quattro o cinque volte gli fa onore. Perché non ha guidato così male, perché ha fatto una bella gara. Perché un errore del genere pesa enormemente e molto più di quello che è stato il valore globale della sua corsa. Pretende troppo, rischia un’esagerazione e perde. Sono errori di irruenza che alla lunga non potrà più permettersi. Voto 5, l’errore più brutto.

Sergio Perez – Ancora una volta si piazza davanti a Stroll dimostrando di essere il miglior pilota possibile non solo per la Racing Point ma anche per molte altre scuderie che per l’anno prossimo hanno fatto scelte diverse. Una gara eccezionale che rischia di passare in subordine solo perché Hamilton si è preso tutti i titoli possibili. Affidabile, attento, preciso. Un cagnaccio che non molla mai. Voto 8, bravo vero.

Max Verstappen Parte nel modo peggiore, non riesce a recuperare, soffre enormemente, riesce a prendere le misure a una pista detestabile non solo per lui ma per tutte con una macchina che invece sembrava davvero poter essere competitiva. Il sesto posto è davvero il minimo sindacale ma questa verrà ricordata come una delle sue gare più brutte e meno significative. Voto 5, sbaglia quasi tutto.

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