Autoscuole, settore allo stremo per il Covid: l’appello di Unasca al Governo

L’Unasca, associazione delle Autoscuole, lancia un accorato appello al Governo dopo la decisione assunta dal Ministero dei Trasporti di sospendere gli esami della patente nelle zone rosse.

Autoscuole crisi appello Unasca
(Peter H – Pixabay )

Una decisione che è stata come una doccia fredda per le autoscuole quella assunta Ministero delle infrastrutture e dei trasporti  di interrompere gli esami delle patenti nelle zone rosse. Con apposito decreto la Ministra De Micheli ha, infatti, sospeso tale attività nelle regioni definite a maggior rischio di contagio sino al 21 novembre.

Non poche le criticità rappresentate sul punto dagli operatori del settore nonché dall’associazione di categoria che li tutela, l’Unasca (Unione Nazionale Autoscuole).

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Autoscuole in crisi dopo la sospensione degli esami nelle zone rosse: l’accorato appello dell’Unasca

Esami Patente Auto sospesi
(StockSnap -Pixabay)

Sospendere gli esami della patente significa dimezzare gli introiti delle autoscuole, attività che peraltro rimanendo aperte non potranno usufruire neppure dei benefici previsti all’interno del Decreto Ristori. Questo il rimprovero mosso la scorsa settimana da Elena Maccanti, deputata e capogruppo del partito della Lega in Commissione Trasporti alla Camera.  Alle sue rimostranze, si uniscono anche le maggiori preoccupazioni dell’Unasca – sindacato delle autoscuole- che ha chiesto a gran voce che la  categoria rappresentata venga tutelata.

Per l’associazione quest’ultima decisione da parte del Governo altro non avrebbe fatto che mettere in crisi un settore già in ginocchio penalizzato, altresì, da ritardi causati da altri enti come ad esempio la Motorizzazione. Il rimprovero mosso alla Ministra De Micheli sarebbe quello di non aver prestato ascolto alle richieste avanzate dalle autoscuole che chiedevano quantomeno di non stoppare gli esami di patenti A, C e D, ove non vi è alcun tipo di contatto tra esaminatore ed esaminando. In questi casi, rimarcano, differentemente da quanto accade per il conseguimento della patente di tipo B, nessun distanziamento sarebbe stato violato.

Una situazione divenuta insostenibile per cui, ad avviso dell’Unasca, vi sarebbe un unico rimedio: inserire tutte le tipologie di autoscuola all’interno delle attività chiuse in zona rossa così da concedergli l’accesso ai bonus previsti dal Decreto Ristori.

Ma le dichiarazioni dell’Unasca si muovono anche su di un altro binario, quello dello sdegno. Già perché il sindacato riferisce che, nonostante la centralità del suo ruolo, il MIT non avrebbe fornito alcuna comunicazione preventiva della sua decisione e che la notizia della sospensione degli esami di guida l’avrebbe appresa solo dopo la pubblicazione sul sito del Ministero. Un rimprovero, quindi, quello mosso alle Istituzioni che avrebbero assunto tale delicata decisione senza neppur minimamente conferire con il sindacato.

Non poter effettuare gli esami di guida, prosegue l’Unasca, rappresenta non solo un danno economico ma anche la sospensione di un servizio essenziale per far fronte alla crescente domanda di richiesta di autisti. Perché tutti coloro che ad esempio oggi si trovano in zona rossa ed avrebbero dovuto conseguire titoli di guida specifici per svolgere un servizio utile alla collettività, si trovano bloccati. Impantanati in un moto che non consentirà loro di poter essere chiamati a svolgere un lavoro che avrebbe apportato beneficio alla popolazione. Inoltre, anche i privati, considerato il caos del trasporto pubblico hanno necessità di sostenere questo esame eppure tale circostanza non viene considerata.

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