Badoer, pensiero per Schumacher a 7 anni dall’incidente: “Fa male pensarci”

Luca Badoer, ex collaudatore Ferrari, è uno degli amici più stretti di Michael Schumacher e ha voluto ricordare il tedesco in una giornata particolare come quella di oggi.

Badoer
Luca Badoer e Michael Schumacher (Foto: Getty Images)

La giornata di oggi non può essere considerata come tutte le altre per gli appassionati di motori e per chi si è entusiasmata con i tanti successi ottenuti in pista da Michael Schumacher. Proprio oggi, infatti, ricorre il settimo anniversario dal terribile incidente sugli sci avuto dal tedesco a Meribel, in Svizzera, un evento che ha cambiato drasticamente la sua vita, ma che non ha intaccato il suo spirito combattivo, lo stesso che gli ha permesso di conquistare ben sette titoli mondiali. La famiglia lo ha sempre sostenuto in questo lungo periodo e ha fatto il possibile per tutelare la sua privacy, nonostante i curiosi non manchino di certo.

Tra i pochissimi che hanno avuto la possibilità di fargli visita c’è Jean Todt, suo team principal ai tempi di Maranello, con cui è nata una stima che va al di là dell’esperienza professionale che i due hanno condiviso. Tra  suoi amici più cari del periodo trascorso in “Rosso” c’è anche Luca Badoer, ex collaudatore, che ha lavorato al suo fianco e lo ha quindi conosciuto bene.

Jean Todt e Michael Schumacher
Jean Todt e Michael Schumacher (Getty Images)

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Badoer ricorda Schumacher: le parole dell’ex collaudatore sul tedesco

Lavorare fianco a fianco con un campione come Mchael Schumacher permette certamente di carpire alcuni dei suoi “segreti” che gli hanno permesso di diventare uno dei campioni più forti della storia della Formula Uno, ma anche di conoscerlo meglio sul piano caratteriale. Una situazione che rispecchia certamente quanto vissuto da Luca Badoer, collaudatore a Maranello quando a guidare la monoposto era l’ex numero cinque.

E in una giornata come questa Badoer ha voluto parlare meglio del rapporto nato tra loro: “Il nostro primo incontro risale al 1992, quando lui gareggiava con la Benetton. Ci siamo conosciuti meglio nel 1998, quando io sono diventato collaudatore della Ferrari, esperienza che mi ha permesso di condividere quotidianamente il box con lui – ha detto in un’intervista al quotidiano Libero -. Io mi considero ancora un suo amico, quasi un fratello, per cui provo una stima che va al di là della collaborazione professionale che abbiamo avuto. In più di un’occasione abbiamo trascorso vacanze insieme, le nostre famiglia vanno d’accordo e per uno dei miei figli lui è un idolo. Brando lo considera un esempio a cui ispirarsi, è per lui che sogna di guidare un giorno la Ferrari”.

Lui è uno dei pochi che ha avuto la possibilità di visitarlo personalmente, ma rispetta ovviamente la volontà dei familiari di non rivelare dettagli sulle sue condizioni: “Pensare alla sua situazione attuale mi causa grande dispiacere, ma non posso nè voglio dire di più. Anche dopo il suo addio alle gare lui ha sempre fatto il possibile per tenersi in forma, questo è stato importante. Ma anche oggi lui non molla, mi auguro che possa recuperare al meglio” – ha concluso.

 

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