Robert Wickens, in pista dopo la sedia a rotelle: “Ma non chiamatemi eroe”

Dopo una frattura spinale rimediata in un devastante incidente nella IndyCar di Pocono tre anni fa, Robert Wickens fa il suo ritorno in pista su un’auto da corsa

Robert Wickens
Robert Wickens a Indianapolis un anno dopo il suo drammatico incidente (Getty Images)

Era il 19 agosto 2018: a Pocono  di scena la IndyCar Series. Al 14esimo giro Robert Wickens, alla sua prima stagione in IndyCar, va a contatto con Ryan Hunter-Reay e vola contro le barriere di protezione.

Robert Wickens, vivo per miracolo

Un incidente drammatico con esiti gravi. L’Halo salva la vita al pilota che però viene portato in ospedale in gravissime condizioni con fratture a gambe, braccia, collo e colonna vertebrale. Wickens sarà operato d’urgenza e dovrà subire numerosi altri interventi chirurgici che gli hanno consentito di rimettersi in piedi. La sua mobilità però è limitata: è un miracolo che riesca a camminare e a essere autonomo. E ieri Robert Wickens ha realizzato il sogno di tornare su un’auto da corsa.

É  successo nel circuito Mid-Ohio di Lexington: Wickens, visibilmente emozionato, si è avvicinato alla sua auto allestita per l’occasione, una Hyundai Veloster N TCR, e ha inanellato una serie di giri prendendo confidenza con i comandi speciali della vettura.

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Un’auto speciale

La Hyundai Veloster usata da Wickens è quella che Michael Johnson, un ex campione di motociclismo rimasto paralizzato dalla vita in giù, ha perfezionato e gli ha messo a disposizione per realizzare il suo sogno. Acceleratore, freno e frizione sono controllati con le mani sui comandi al volante. L’auto ha performance da gara: ha vinto nella IMSA al Lime Rock Park tre anni fa, piazzandosi terza al Pilot Challenge di Daytona a gennaio.

Wickens scende dall’auto, si commuove di nuovo e spiega cosa ha provato: “Ho chiesto di tornare su un’auto da corsa dopo che sono uscito dal coma farmacologico. Volevo essere certo di poter gareggiare di nuovo. E ora lo sono. L’incidente è stato drammatico: ma è solo una battuta d’arresto, certo non la fine della mia carriera”.

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Robert Wickens
Robert Wickens, 32 anni, torna su un’auto da corsa 21 mesi dopo il drammatico incidente di Pocono (Getty Images)

“Voglio solo fare il pilota”

Wickens torna in pista con un pensiero fisso, le corse: “Oggi, a 32 anni, so di poter vivere la mia vita pienamente. E voglio viverla al massimo. É stato questo che mi ha spinto nel corso del lunghissimo processo di riabilitazione. Ho riassaporato il paddock quando sono tornato a lavorare come consulente della Arrow McLaren SP in IndyCar ma oggi vorrei di nuovo un’auto. Domenica la prima grande soddisfazione con la vittoria di Pato O’Ward. Oggi questo. La vita è piena di sorprese”.

La riabilitazione di Wickens non si è ancora conclusa dopo oltre venti mesi di lavoro. Per otto ore al giorno, tutti i giorni, il pilota canadese è in palestra per rinforzare colonna vertebrale e riattivare tutti i circuiti nervosi. Sta imparando a guidare con le auto ‘speciali’ – quelle con i comandi al volante – ma la sua speranze è di nuovo una monoposto: “Sono un pilota da sempre, da 25 anni le mie giornate sono scanditi dalle gare. Non sono un eroe. Sono solo un pilota che vuole fare di nuovo il suo lavoro. Oggi quando ho cominciato a prendere velocità ho vissuto quell’adrenalina di cui non si può fare a meno, e non c’è incidente che tenga. Ho aspettato 21 mesi. E ne voglio ancora…”

Il drammatico incidente di Wickens a Pocono nel 2018

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