Alessandro Borghese e un’Auto indimenticabile: “Ne ero follemente innamorato”

Alessandro Borghese racconta la sua passione per i motori ereditata dal nonno e svela la sua prima ‘cotta’ automobilistica

Alessandro Borghese
Alessandro Borghese (Getty Images)

Passione motori per Alessandro Borghese. Il noto chef, conosciuto anche per i suoi programmi televisivi, non nasconde di avere un debole per Auto e Moto. Una passione ereditata dalla famiglia: il nonno, proprietario di un’autoricambi e pilota, come il padre. Lo racconto lo stesso Borghese in un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’ dove non manca di soddisfare alcune curiosità come la sua prima auto. Si parte però dall’origine della passione per i motori: “Mio nonno, aveva fondato a Napoli un autoricambi. Era anche un pilota che correva in macchina e aveva una scuderia di motociclette“.

Passione passata da padre in figlio, con il papà di Alessandro Borghese anche lui pilota di motociclette. Impossibile non innamorarsi dei motori e così anche lo chef è cresciuto con la stessa passione, con uno sguardo anche al motorsport: “Il mio idolo era Kevin Schwantz, poi con Valentino Rossi gli occhi erano solo per lui“.

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Alessandro Borghese, passione folle per la Lancia Delta HF Integrale

Alessandro Borghese
Alessandro Borghese (Getty Images)

Borghese racconta le sue prime esperienze in auto, con la Renault Twingo: “Era di mia mamma, a 16 anni guidavo con la patente americana“. Ma era un’altra l’auto che ha fatto perdere completamente la testa: “Mio padre aveva la Lancia Delta HF Integrale di cui ero follemente innamorato“.

Un amore che lo ha portato a fare anche qualche marachella. Così lo chef approfittava di quando i genitori uscivano a cena per utilizzare la Delta rossa, utilizzando uno stratagemma per non farsi scoprire dal padre: “Avevo legato una pallina da tennis con il filo al tetto del garage che toccava perfettamente il parabrezza“, racconta. Prendeva l’auto e la riposizionava a giro finito esattamente nello stesso punto. Uno stratagemma che non bastò per non farlo scoprire: “Una volta mio padre mi ha beccato, ma ad arrabbiarsi di più fu mia madre“.

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