Bottas non si nasconde: “Volevo lasciare la F1”. Il problema che lo ha condizionato

Valtteri Bottas ha ammesso di aver passato un periodo molto difficile che lo ha fatto pensare al ritiro dalla Formula 1.

Valtteri Bottas Mercedes F1
La Mercedes di Bottas (Foto: LaPresse)

La Formula 1 è uno sport appassionante per chi la guarda e divertente per chi gareggia, ma lontano dai riflettori possono presentarsi spettri che mettono a repentaglio la carriera, e la salute, degli stessi protagonisti che ad ogni weekend si mettono al volante della loro macchina per dare spettacolo. L’ultimo a parlarne è stato Valtteri Bottas che, al podcast “Direct talk about me“, ha confessato di aver trascorso un periodo molto tormentato che lo ha portato a pensare al ritiro.

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Bottas, l’ossessione del peso e la morte di Jules Bianchi

Valtteri Bottas
Valtteri Bottas (Foto: LaPresse)

Avrei dovuto prendere un aereo e la mia ex moglie mi ha augurato buon volo. Io le risposi dicendo che non mi importava se l’aereo si schiantava. In questo caso sarei semplicemente morto“. Queste le parole con cui Bottas ha iniziato il suo racconto, confessando di aver sofferto molto nei suoi primi anni da pilota di F1. “Questo è il tipo di pensieri che ho iniziato ad avere – prosegue –, come se niente avesse avuto più importanza“.

In particolare, il 2014 fu uno dei peggiori anni della sua vita: “Ho sofferto di un grave stato di affaticamento. Allora dovevo ridurre il mio peso al minimo e ho perso totalmente il controllo“. Come spiega nel corso dell’intervista, il peso era diventato un’ossessione, a tal punto che “alcune volte completavo un esercizio di corsa due volte, uno con l’allenatore e un altro da solo senza farmi vedere“. Una stanchezza, quella che provava, che gli causò problemi di insonnia: “Mi stancavo facilmente e non dormivo, ogni notte mi svegliavo alle 4 e non riuscivo a riaddormentarmi“.

Tuttavia, nel lungo periodo, questa sua ossessione lo ha portato ad avere conseguenze non solo fisiche, ma anche sul piano mentale: “Tutto ciò ha influito sulla mia salute mentale: quando hai compromesso la tua forma fisica, anche il lato mentale si svuota“.

Poi, nello stesso anno, ci fu la morte di Jules Bianchi. “Fu un colpo duro – ammette –. Mi ci sono voluti due anni per recuperare“. Il contraccolpo psicologico si tramutò poi in altri problemi, ammettendo di aver pensato di abbandonare le gare. “Ho sofferto di aritmia e alcune volte ho pensato fosse la fine – aggiunge –. Ho cominciato a sentirmi svuotato, tutta la mia vita era la F1 ma non mi piaceva per niente. Volevo lasciare la F1“.

Fortunatamente, ad un certo punto ha avuto quella presa di coscienza che lo ha portato a rivolgersi a chi lo avrebbe potuto aiutare a superare questa fase complicata della sua vita. “Qualcosa doveva cambiare, ho preso troppe cose sul serio – conclude –. Mi sono fatto aiutare, ho iniziato a prendere tutto con più leggerezza e pian piano ho ritrovato la mia forma“.

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