Vespa, un modello iconico che in pochi ricordano: aveva una caratteristica irripetibile

L’inizio del successo della Vespa risale al 1946 quando dagli stabilimenti della Piaggio uscì il primo iconico modello.

Sono ormai 76 anni di presenza sul mercato per l’iconica Vespa, simbolo del Made in Italy nel mondo in virtù del suo stile inconfondibile e delle sue caratteristiche che lo rendono uno scooter agile e pratico da guidare.

Vespa Piaggio
Logo Vespa (Ansa Foto)

Tutto ebbe inizio nel 1946, quando la Piaggio decise di spostare il suo core business dalla produzione bellica a quella su larga scala di veicoli “per tutti” da introdurre in commercio. L’intuizione la ebbe Enrico Piaggio, che già due anni prima valutò la possibilità di costruire un mezzo individuale e accessibile economicamente.

Il primo progetto fu la MP5 Paperino che, però, non convinse appieno il fondatore. Da qui, la decisione di rivolgersi all’Ingegner Corradino D’Ascanio per la realizzazione di un nuovo veicolo. E fu così che nacque la MP6, prima in una versione sperimentale e poi in quella definitiva che sarebbe stata commercializzata.

Vespa MP6, le origini del mito

Vespa Piaggio
Museo Piaggio (Ansa Foto)

Prendendo spunto dalla Paperino, D’Ascanio tolse il tunnel centrale della stessa MP5 e introdusse il cambio in linea. Una soluzione, questa, che prevedeva l’assenza della catena, mentre il motore andava quindi ad abbinarsi direttamente alla ruota posteriore. Inoltre, al posto della tradizionale forcella, adottò un monotubo a sbalzo che consentiva una più facile sostituzione dello pneumatico in caso di foratura.

L’Ingegnere si concentrò poi sulla guida, semplificata attraverso l’introduzione del cambio al manubrio che dunque consentiva al conducente di cambiare marcia con una sola mano. Le modifiche rispetto alla Paperino hanno riguardato altresì il raffreddamento del motore, curato aggiungendo un disco con alette sul volano che era in grado di produrre un flusso d’aria specifico per un miglior funzionamento del propulsore.

Nascosto sotto una scocca autoportante in lamiera, il motore era un 98 cc di cilindrata che consentiva alla prima Vespa di raggiungere una velocità massima di 60 km/h.

Dopo averne depositato il brevetto per tutelare il progetto, la Piaggio iniziò la produzione della Vespa MP6. In un primo momento, ne furono prodotti 60 esemplari, che rientravano nella cosiddetta “Serie Zero“, tutti realizzati a mano. In seguito, invece, iniziò la vera e propria produzione in serie. E a fine ’46, uscirono dagli stabilimenti poco meno di 2.500 unità, divisi tra 98 e 125 di cilindrata.

Oggi esistono soltanto alcuni esemplari della MP6, di cui uno esposto al Museo Piaggio. Considerata la sua importanza storica, si tratta di un modello ancora ricercato dai collezionisti. Basti pensare al prezzo che raggiunse una di quelle Vespa della “Serie Zero”, con telaio numero 3, in occasione di un’asta, dove fu venduta alla cifra di 182.000 euro.

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