Valentino Rossi non ha dubbi: “E’ la più brutta”

Valentino Rossi dà sfoggio della sua esperienza in una lunga e interessante intervista, che dimostra il suo talento teorico oltre che pratico.

Valentino Rossi ha corso 26 stagioni nel Motomondiale e ancora oggi continua ad allenarsi in moto, in pista e su sterrato, nonostante abbia avviato una nuova pagina professionale con le quattro ruote, a bordo dell’Audi R8 GT3 del team belga Wrt nel Fanatec GT WCE. Quinto posto come miglior risultato stagionale, serve ancora tempo ed esperienza per potersela giocare con i migliori della categoria.

Valentino Rossi Automotorinews 01-11-2022
Valentino Rossi (foto Ansa)

Ma pochi possono vantare l’esperienza con le moto e non è certo un caso che il suo appellativo sia “The Doctor”, il Dottore. In una recente intervista rilasciato al magazine online Geopop.it (qui il link all”articolo originale “Come si curva in moto senza cadere? La fisica della moto spiegata da Valentino Rossi”) Valentino Rossi ha dato prova del suo talento non solo pratico, ma anche teorico, snocciolando nozioni di fisica su percorrenza di curva e cadute.

Valentino Rossi spiega gli highside

Le gomme Michelin impiegate nel Mondiale MotoGP vengono appositamente realizzate per sopportare sollecitazioni non indifferenti e tenere ben salde a terra i prototipi da 1000cc e oltre 250 CV di potenza. “Sono molto dure, motivo per cui se vai piano possono essere pericolose, perché arrivi con le gomme fredde e alla prima frenata ti si chiude il davanti“, ha spiegato il campione di Tavullia.

Le cadute sono la parte più pericolosa di questo sport, in particolare l’highside, “la caduta più brutta, fa paura perché vieni lanciato in alto“. Valentino Rossi sottolinea come ci siano due tipi di cadute. La prima quando si chiude il davanti con il pilota ormai quasi sdraiato sull’asfalto. “Il problema è ruzzolare nella ghiaia o sbattere da qualche parte, oppure la moto stessa, perché pesa 160-170 kg, lanciata a 200 all’ora, è una bomba potenziale“.

I piloti possono però cadere anche per una mancanza di grip al posteriore, in tale caso ci troviamo difronte ad un highside. Questi si dividono in due categorie: in entrata o in accelerazione. Questi ultimi sono meno consueti in MotoGP, perché i nuovi dispositivi elettronici danno una grande mano agli atleti in sella ai prototipi. Più frequenti, invece, gli highside in entrata. “Quando rallenti e vai troppo forte sul bordo della gomma, la moto scivola e sei già con il gas chiuso. A me è successo quando mi sono fatto male al Mugello. In questi casi la parabola del pilota è più alta, a palombella, e l’asfalto è davvero duro“.

Di seguito il video dell’intervista pubblicato sul canale Youtube di Geopop

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