La stagione della Red Bull è nettamente inferiore alle aspettative. E c’è chi pensa che la crisi del team possa durare parecchi anni…
Dopo aver vinto il titolo costruttori nel 2022 e nel 2023 e il titolo piloti dal 2021 al 2024 con Max Verstappen, la Red Bull appare in netta crisi di risultati e di identità. Nonostante il talento del pilota olandese – capace di imporsi anche in due gare quest’anno, a Suzuka e a Imola – la scuderia non sta passando certamente un bel momento. I risultati in pista non arrivano, specie con la seconda guida, e tanti altri aspetti critici attanagliano il team 6 volte campione del mondo costruttori nella storia della Formula 1.

Oltre ai dubbi sul futuro in Red Bull di Max Verstappen e al suo possibile passaggio alla corte di Toto Wolff in Mercedes, il team austriaco deve fare i conti anche con il licenziamento con effetto immediato di Chris Horner.
Si è chiusa così la collaborazione – attiva dal lontano 2005 – fra il manager e la scuderia di Milton Keynes. Nelle ultime ore, poi, le dichiarazioni rilasciate da un ex pilota di Formula 1 sulla Red Bull hanno destato particolare scalpore. Stando al suo parere, infatti, il team rischia di rimanere a secco per parecchi anni. Ecco di chi si tratta e cosa ha dichiarato.
La rivelazione da parte dell’ex pilota di Formula 1 sulla Red Bull: parole che non sono passate sottotraccia
Ai microfoni di Sky Germany, l’ex pilota di Formula 1 e fratello del mitico Michael – Ralf Schumacher – ha preso la parola per sottolineare le difficoltà della Red Bull e le sue aspettative per il futuro. Ecco che cosa ha detto: “Temo che la crisi in cui versa Red Bull richiederà un po’ di tempo. Un periodo del genere di solito, nella storia della Formula 1, dura due o tre anni“.

L’opinione di Ralf Schumacher sul futuro in Red Bull di Max Verstappen: “Max vuole naturalmente rimanere con la Red Bull, se possibile, perché è lì che è iniziato tutto e deve molto alla squadra. Ma con la vettura attuale, il campione del mondo non ha alcuna possibilità di competere con le superiori McLaren. E la situazione non accenna a migliorare“.
Sul direttore tecnico Pierre Waché, infine, ha espresso le seguenti considerazioni: “Non è riuscito a rendere la vettura veramente guidabile e performante da un anno e mezzo o due“.