F1, la rivista Forbes ha stilato la classifica dei team più ricchi del Circus: ecco chi è in testa
Esiste un enorme divario di ricchezza tra le prime squadre e le ultime, un po’ come avviene per gli altri sport. La classifica stilata da Forbes, alla fine del 2019, mette in luce un gap difficilmente colmabile tra Ferrari e Mercedes, e tutti gli altri team, inclusa la Red Bull, terza ma molto indietro. I nuovi proprietari della F1, la Liberty Media, hanno intenzione di equilibrare la contesa grazie ai nuovi regolamenti finanziari (oltre che tecnici) che entreranno in vigore a partire dalla stagione 2021. L’obiettivo finale è creare una competizione omogenea, con valori in campo più omogenei, per consentire di aprire la contesa a più di 2 o 3 squadre, come avviene attualmente.
In realtà nella sessantennale storia della Formula 1 c’è sempre stato un netto divario tra le scuderie più ricche e quelle meno abbienti. Non va dimenticato infatti, che stiamo parlando dello sport più ricco del mondo, con costi elevati e proibitivi per la maggior parte delle aziende motoristiche. Solo i brand più grandi, soprattutto negli ultimi anni, sono riusciti a rimanere nel Circus con buone ambizioni. Anche formazioni storiche come la Williams, senza un solido gruppo economico alle spalle, sta pian piano scivolando via nel dimenticatoio, potendo lottare per le ultime file in griglia.
Nell’ultimo periodo della gestione di Bernie Ecclestone, che ha lasciato il controllo a Liberty Media nel 2017, il mondo della F1 aveva perso il 12% del suo valore, circa un miliardo di dollari, in poco meno di cinque anni.
Attualmente il valore complessivo del Circus è di nuovo in ascesa con una stima di circa 10 miliardi di dollari (+ 1,83 rispetto all’acquisto di due anni fa).
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La sfida per la F1, tuttavia, è persuadere le migliori squadre di questo sport – Ferrari, Mercedes, Red Bull – a frenare le loro spese e dare al resto del lotto la possibilità di recuperare. I team benestanti della F1 non sono troppo entusiasti di perdere i loro attuali vantaggi, e con i loro accordi politici in scadenza il prossimo anno, stanno cogliendo l’occasione per fare pressione su Liberty.
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