Coronavirus, limitazioni agli spostamenti: tutto quello che c’è da sapere

A seguito del nuovo Dpcm è stata limitata al massimo la circolazione di auto e persone a causa del coronavirus: sono previste solo alcune deroghe.

Traffico in città
(Getty Images)

Con il diffondersi del nuovo coronavirus, si è reso necessario un intervento drastico del Governo. E così il Presidente dei Ministri Giuseppe Conte, tramite un decreto ora noto come “io resto a casa”, ha stabilito massive limitazioni alla circolazione. Un testo che, però, ha ingenerato numerosi dubbi nei cittadini. Cosa si può fare e cosa no? E se ci si può muovere, come? Il Governo ha previsto che ogni spostamento dovrà in primo luogo essere giustificato da un motivo valido (individuato in tre tassative ipotesi). In secondo luogo il cittadino dovrà compilare un’autocertificazione a mezzo della quale, sotto la propria responsabilità, certifica alle autorità il perché della sua circolazione.

Coronavirus, indicazioni sulla circolazione: cosa si può fare e cosa invece è vietato

A causa del coronavirus, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha chiesto un immane sforzo al popolo italiano. Insieme si può combattere l’epidemia, ma solo se tutti faranno la propria parte. Come? Restando a casa, limitando così le possibilità di contagio.

Il punto nodale del decreto, che ha trasformato l’intera penisola in zona protetta, risiede appunto nelle drastiche limitazioni di circolazione delle persone. Tuttavia, come precisato, non si tratta di un divieto assoluto. Sono previste, infatti, ipotesi tassativamente indicate che consentiranno gli spostamenti. Queste sono motivi di salute, lavoro o stato di necessità. Stando a quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, fare la spesa sarà possibile, ma i cittadini sono pregati di muoversi il minimo indispensabile.

Delle ragioni del proprio spostamento il cittadino però potrebbe dover dare conto alle Autorità. Qualora venisse fermato, mentre si trova alla guida della propria auto, dovrà compilare un’autocertificazione (scaricabile qui) nella quale attesta sotto la propria responsabilità il motivo che lo ha spinto ad uscire di casa.

Ad ogni legge ovviamente corrisponde una sanzione in caso di violazione. Nel caso di specie chiunque violi le disposizioni del Dpcm è imputabile ai sensi dell’art. 650 del Codice penale. La norma prevede l’arresto fino a tre mesi ed una multa fino a 206 euro a seconda dei casi. Se a commettere l’infrazione è un soggetto sottoposto a quarantena si verserà nella più grave ipotesi di cui all’articolo 452 del Codice penale, che riguarda i delitti colposi contro la salute pubblica.

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Coronavirus (Getty Images)
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