F1, un ex tester lancia l’allarme: “Cosa potrebbe succedere ai piloti con la pausa”

Sergey Zlobin, primo pilota russo in Formula 1, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’attuale emergenza da Covid-19 ed alle ripercussioni che l’isolamento potrebbe avere sulla psiche dei piloti.

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Formula 1 (Getty Images)

Sergey Zlobin, primo pilota russo in Formula 1, è stato intervistato dalla redazione Sportbox.ru in ordine all’emergenza da Covid-19 in corso e alle proposte avanzate nel mondo dei motori per rendere meno complesso l’attuale periodo di inattività. Zlobin ha espresso il proprio disappunto nei confronti dell’idea del campionato virtuale, mentre invece si è reso più comprensivo verso la proposta di Helmut Marko di infettare con il virus tutto il team Red Bull e creare una sorta di immunità di gregge. Le dichiarazioni più significative riguardano però quelle che potrebbero essere le ripercussioni dell’isolamento e lo stop sulla psiche dei piloti.

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Sergey Zlobin, l’isolamento a causa del Covid-19 avrà gravi ripercussioni sui piloti

Sergey Zlobin è risoluto, chiaro e conciso. Di questo ne fornisce prova tramite l’intervista rilasciata a Sportbox.eu in merito all’attuale emergenza da Covid-19 ed ai risvolti all’interno del mondo dei motori. A colpire particolarmente sono le dichiarazioni in merito ai piloti che attualmente a suo avviso stanno vivendo un momento drammatico. “Temo che molti piloti ora siano sottoposti ad un grave stress e che rischiano la depressione. I piloti sono persone vulnerabili. Questa – ha dichiarato l’ex pilota russo a Sportbox.ruè una casta speciale di atleti. Trascorrono tutta la loro energia, tutta la loro spinta in pista e nella vita sono spesso persone morbide ed equilibrate”.  Per Zlobin al momento della ripesa delle competizioni si assisterà, a riprova che l’attuale periodo ha significativamente provato i politi, ad incidenti strani e immotivati.

Ma è quando si parla di gare virtuali che Sergey Zlobin sfodera il suo spirito tradizionalista e dice fuori dai denti ciò che pensa della proposta. Ad avviso dell’ex pilota è un modus privo di sostanza. Per rendere meglio l’idea si aiuta con una metafora culinaria: “È come se mangiassi soia invece di carne e pesce”. Per far comprendere che sì, ha la sua utilità ma non ha lo stesso “sapore” delle vere gare. In queste ultime a fare da padrone sono il brivido e l’adrenalina. Il pilota è stimolato dal rischio, dalla velocità. Corre attento, sicuro per evitare incidenti e non mettere a rischio la propria persona. Con una gara virtuale ciò non avverrebbe, svuotando di significato la competizione.

Quanto alla proposta Helmut Marko della Red Bull di “infettare intenzionalmente” tutto lo staff al fine di ricreare un’immunità di gregge, Sergey Zablov ha affermato che, pur essendo stata avanzata la proposta con termini duri, non sarebbe poi così utopica. Secondo l’ex tester russo, i piloti godono di ottima salute e sarebbero assistiti da eccellenti equipe mediche. Ciò significa che qualora contraessero il Covid-19 per loro non vi sarebbero gravi conseguenze e di certo non andrebbero incontro a criticità.

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