Morto Ricardo Divila: è stato ingegnere, designer, artista, filosofo

Brasiliano, collaboratore storico della famiglia Fittipaldi, Ricardo Divila costruì integralmente diverse auto praticamente da zero e insegnò il mestiere a molti grandi professionisti tra i quali Aldo Costa

Ricardo Divila

Un block notes di carta ruvida nella tasca posteriore sinistra dei pantaloni, quasi sempre jeans o pantaloni militari, e tre matite colorate, una naturale, una rossa e una blu nella tasca della camicia. Queste erano le armi di Ricardo ‘Richard’ Divila, uno degli ingegneri più creativi e bizzarri che il mondo della Formula 1 abbia mai conosciuto.

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Ricardo Divila Copersucar
Accanto alla Copersucar di Emerson Fittipaldi

Ricardo Divila, il designer hippy

Divila, brasiliano di nascita, è mancato ieri a 74 anni dopo una breve malattia incurabile ma non ha mai abbandonato la sua grande passione per le auto da corsa e il design. Nato a São Paulo nel 1945 da un padre di origine ceca e da una madre francese, è cresciuto in un ambiente borghese e benestante che gli ha consentito di maturare una grande passione per le auto e per il design.

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Ricardo Divila Nissan
Con la Nissan con cui vinse nel Grn Turismo

La nascita della Copersucar

Fu proprio all’università che divenne amico fraterno di Emerson e Wilson Fittipaldi con i quali iniziò una collaborazione che durò quasi tutta la vita. Iniziò lavorando alle auto di Formula Vee rivoluzionando quella sulla quale correva Wilson. Poi quando i due fratelli iniziarono a progettare il loro debutto nella prima squadra interamente brasiliana di Formula Uno, sponsorizzata da alcuni colossi industriali del paese, progetto i primi tre modelli della FD dove la sigla FD stava appunto per Fittipaldi-Divila. Nacque la Copersucar che Divila disegnò e costruì quasi da solo, pezzo su pezzo.

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Ricardo Divila Nissan
Con il pilota Nissan Katsumasa Chiyo

Il guru delle F1 di nuova generazione

Quando Emerson passò alla McLaren dalla scuderia di famiglia Divila progetto una nuova FD, la 04, interamente costruita sulle caratteristiche di Wilson ma l’anno successivo anche lui passò a occuparsi di design con altre case e la Copersucar, di fatto scomparve.

Divila fu uno dei precursori delle prime strategie aerodinamiche che alla fine degli anni ’70 cominciavano a pesare sul serio: minigonne, alettoni, prese d’aria, intake e intarsi. I disegni maniacali di Davila venivano trasferiti dal suo block notes che nessuno, nemmeno i Fittipaldi potevano toccare, direttamente alle auto.

Collaborò a lungo come consulente per March, Ralt e ADA Engineering quindi iniziò un lungo lavoro con Eddie Jordan sia in Formula 3 che in F3000. Nel 1989 Divila tornò non senza clamore alla Formula 1 con la Ligier collaborando poi quello che lui stesso definì “il miglior allievo possibile” Aldo Costa, che ebbe con sé in Minardi prima che passasse con Ferrari e Mercedes.

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Ricardo Divila Copersucar

Il lavoro in gran turismo

Il suo lavoro più significativo probabilmente quello che lo vide collaborare sulle auto Gran Turismo quando, ormai esperto, decise di scommettere tutte le sue conoscenze su auto che potessero davvero applicare le sue idee: due anni con Keke Rosberg poi una stagione non fortunatissima con la Prost e infine un’ultima collaborazione con la Nissan del Deltawing che condusse a numerosi trionfi,  prima di chiudere la sua carriera con cinque anni alla Greaves Motorsport lavorando su tutti i progetti.

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Ricardo Divila Copersucar

Un sognatore, i suoi consigli stralunati

Famoso per la sua figura allampanata e sempre un po’ trasognata, i capelli lunghi e gli inseparabili RayBan Aviator che non si toglieva nemmeno di notte, Davila si tolse la sua ultima grande soddisfazione con la famiglia Fittipaldi che lo richiamò nel 2016 per disegnare la loro auto impegnata nella Formula Vee in Brasile. Non volle soldi: “Datemi la vecchia Copersucar del 1976”. E trascorse gli ultimi anni a restaurarla, pezzo su pezzo, documentando ogni singolo progresso su Twitter.

Divila aveva un senso dell’ironia tutto suo, annotava ogni singola frase che riteneva divertente e spesso la riportava ai piloti come se fossero consigli propri: una volta a Emerson Fittipaldi che era arrivato al paddock con tre ruote disse… “Emerson, devi stare attento, devi controllare tutti gli strumenti e verifica sempre di avere almeno quattro ruote”.

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