Cronaca

MES, spunta la “sorveglianza rafforzata”: l’Europa controllerà l’Italia

MES, spunta la “sorveglianza rafforzata”: l’Europa controllerà l’Italia. La Commissione e la Bce potranno tenere sotto osservazione i conti del nostro Paese

MES, spunta la “sorveglianza rafforzata”: l’Europa controllerà l’Italia (Foto: Getty)

Dal punto di vista economico in questo momento delicatissimo per l’Italia l’aiuto dell’Unione Europea diventa fondamentale. In questa pandemia caratterizzata da lunghi lockdown forzati, i conti del nostro Paese rischiano di saltare definitivamente, specie se la ripresa dovesse essere ulteriormente prorogata. Il coronavirus sta mettendo in ginocchio molti Stati sia da un punto di vista sanitario che finanziario. Lo strumento del MES (Meccanismo europeo di stabilità) dovrebbe consentire alla Comunità di sopravvivere al Covid-19 e cercare di pianificare una ripartenza economica. Il problema è cosa comporterà ricevere questi fondi stanziati dalla Commissione e dalla Bce.

E’ stata richiesta a più riprese dal Governo Conte l’assenza di condizionalità per l’erogazione dei soldi di assistenza in questo momento, per non vincolare le manovre dello Stato. A quanto pare però a Bruxelles stanno preparando un contratto che potrebbe contenere una “sorveglianza rafforzata”, con un controllo molto più stretto di quanto ci si poteva auspicare.

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MES, spunta la “sorveglianza rafforzata”: l’Europa controllerà l’Italia

MES, spunta la “sorveglianza rafforzata”: l’Europa controllerà l’Italia (Foto: Getty)

L’Europa ha stanziato in totale 240 miliardi accessibili a tutte le capitali della zona euro. Per Roma si tratta di 36 mld da poter prendere (in prestito) per combattere soprattutto la crisi sanitaria. I finanziamenti infatti sono in buona parte condizionati ad investimenti per fronteggiare il coronavirus, e solo in piccola parte alla libera ripresa economica.

Ma cosa si intende effettivamente per “sorveglianza rafforzata”? L’UE si riserva di tenere sotto controllo i conti dei Paesi che accederanno al Fondo salva Stati. Si rischia quindi di ritrovarci nella situazione della Troika greca, con la Commissione e la BCE che potranno in ogni momento indirizzare l’utilizzo dei fondi elargiti e soprattutto sul piano di rientro del prestito. Il contratto non è stato ancora definito a Bruxelles e l’Italia spingerà in questi giorni con forza per ammorbidire queste posizioni ed evitare di poterci ritrovare fra pochi anni nella stessa situazione di Atene.

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Angelo Papi

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