Formula 1

Grand Prix, una sigla cult e le prove di Cereghini: la storia del programma

Grand Prix è uno dei programmi sportivi più longevi delle reti Fininvest. Ha debuttato su Antenna Nord, per poi diventare un appuntamento cult di Italia 1

Grand Prix, una sigla cult e le prove di Cereghini: la storia del programma

Un suono di trombe che nessuno può scordare lanciava la compagnia di giro dei motori in tv. Grand Prix, appuntamento fisso su Italia 1, nasce in realtà ancora prima della nascita del canale. Il debutto sulla nuova rete avviene nel 1978. C’è già Andrea de Adamich, ex pilota, a condurlo. Ha vissuto le grandi stagioni del motorsport, Senna e Schumacher, Doohan e Valentino Rossi. Ha visto la Parigi-Dakar spostarsi in Sudamerica ma non ha perso per decenni la sua identità.

Uno stile che passa anche per le voci che hanno raccontato i lati e i colori della Formula 1. Il poetico funambolismo di Giorgio Terruzzi, la precisione di Luca Budel, la leggerezza di Claudia Peroni. E poi via via Guido Meda, Ronny Mengo, Alberto Porta per le moto. C’era spazio anche per il prodotto, e non solo per le competizioni sportive.

E questo voleva soprattutto dire due momenti cult. I consigli di guida sicura di de Adamich, che ha aperto la più grande scuola italiana specializzata in questo tipo di corsi, e le prove delle moto del barbuto Nico Cereghini. Prove che diventavano racconti, che aprivano orizzonti di velocità (Cagiva, Aprilia, Honda) e panorami lontani, di deserti e lunghe strade assolate (Aprilia Tuareg, le Gilera con i nomi degli stati USA del sud). Un racconto con un finale sempre uguale, un’appendice diventata tormentone: “casco in testa ben allacciato, luci accese anche di giorno e prudenza… sempre!”.

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La sigla di Grand Prix

La sigla del programma, che nelle stagioni di maggior successo andava in onda il sabato in seconda serata e in replica la domenica alle 12, è un trionfo di trombe che ti entra nella testa. La composizione, Round D Minor, è firmata da Augusto Martelli, produttore musicale e figura chiave nella Canale 5 degli anni Ottanta. Martelli, che ha composto canzoni anche per Mina, prima di essere coinvolto in una triste vicenda giudiziaria e condannato con pena sospesa per detenzione di materiale pedopornografico.

Martelli ha firmato le sigle che hanno rappresentato il sound del disimpegno e dell’edonismo all’italiana: Bis, Five, Il Pranzo è servito, Hazzard, Dallas, Ok il prezzo è giusto, Bim bum bam, I ragazzi della Terza C, buona parte dei quiz di Mike Bongiorno. Sue anche le musiche delle sigle dei Puffi e di Holly e Benji.

De Adamich, il pilota conduttore

Andrea de Adamich è stato scelto da subito come il volto del programma. Dopo cinque anni senza grandi risultati in Formula 1, un’esperienza chiusa con un drammatico incidente a Silverstone che gli provoca diverse fratture alle gambe nel 1973, ha creato e commercializzato una linea di abbigliamento per la Marlboro. Ha creato un’azienda per gestire la licenza del marchio in Italia, Europa, in Oriente e in Sudamerica, rilevata da Marzotto nel 1985. Dal 1986, si dedica al Centro Internazionale Guida Sicura.

Parallelamente, dal 1975 inizia l’attività di giornalista per la tv, per il gruppo Rusconi editore, proprietario di Antenna Nord. Qui inizia a sperimentare il format di Grand Prix, mantenuto dopo che Berlusconi ha acquistato la rete per creare Italia 1.

A De Adamich, la rete ha assegnato anche il ruolo di telecronista della Formula 1 nei sei anni in cui ha mantenuto i diritti tv del mondiale, affiancato da Guido Schittone. Sua la telecronaca del GP di Monza del 1991, il primo evento sportivo trasmesso in diretta sulle reti Fininvest, a cui si è arrivati solo dopo l’apposita concessione nella legge Mammì.

Dalla stagione televisiva 2013, Grand Prix non va più in onda nel formato tradizionale. Il nome è ricomparso per qualche anno come appendice delle dirette del Motomondiale, prima del passaggio dei diritti a Sky, e della Superbike.

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Alessandro Mastroluca

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