Formula 1

Ferrari, Smedley avverte Sainz: “Non esistono bravi secondi”

Rob Smedley, per quasi un decennio ingegnere alla Ferrari, ha avvertito Carlos Sainz di cosa lo aspetterà al suo arrivo a Maranello

Ferrari, Smedley avverte Sainz: “Non esistono bravi secondi”

Per Rob Smedley, la Ferrari è una religione. L’ingegnere britannico è arrivato a Maranello nel 2006. Dopo due stagioni passate a svolgere lavoro tecnico con la squadra test, dalla metà della stagione 2006 diventa ingegnere di pista di Felipe Massa. Mantiene la stessa funzione, con piloti diversi, fino al 2013.

Il mondo Ferrari lo conosce bene, ha assorbito le aspettative, le tensioni e insieme l’orgoglio di far parte di una squadra diversa alle altre. Non è solo una frase fatta, è una percezione comune anche ai piloti. Arrivare in Ferrari significa proiettarsi verso un’altra dimensione, è un punto di arrivo e un nuovo giro di giostra. Una sfida continua, che Carlos Sainz dovrà imparare in fretta a superare dalla prossima stagione.

Non sarà facile per lo spagnolo, ha spiegato Smedley. Sainz ha fama di pilota solido, affidabile, veloce. Ma agli occhi dei tifosi, e probabilmente anche del team, parte come scudiero di Charles Leclerc. Gli effetti negativi della continua ridefinizione delle gerarchie interne tra il monegasco e Sebastian Vettel visti nel 2019 hanno convinto il team a cambiare la disposizione di partenza delle due punte con cui aggredire il dominio Mercedes nel 2020.

Leggi anche – Ferrari, Leclerc accoglie Sainz: “Non penso di essere il primo pilota”

Smedley e la Ferrari: “Sainz avrà grandi pressioni”

Smedley e la Ferrari: “Sainz avrà grandi pressioni”

Sainz dovrà farsi una corazza spessa in fretta, gli serve la pelle dell’elefante per sopravvivere in Ferrari” ha detto Smedley nel podcast F1 Nation. “Ci sono aspetti unici, ma ci sono anche aspetti terribili da sopportare in un team così. E quando arrivi al top te ne accorgi“.

In Formula 1, ha spiegato l’ingegnere, ho imparato che non esistono i bravi secondi. Devi avere due piloti bravi, come stanno facendo da anni in Mercedes”. Ma alla Ferrari, dice, la pressione è maggiore, enorme, da parte dei tifosi e dei giornalisti, “per cui tutti sanno chi sei” dice.

Le alternative sono due. O te ne vai, come lo stesso Smedley ha pensato più di una volta, o accetti la sfida come ha fatto Sainz, che ha anche smesso di essere solo il figlio di una leggenda del rally. Così il Cavallino diventa un posto straordinario dove lavorare.

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Alessandro Mastroluca

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