Romain Grosjean rivela di essersi chiarito con Lewis Hamilton dopo alcune incomprensioni riguardanti la lotta al razzismo. C’è pieno appoggio all’inglese.
Lewis Hamilton è molto impegnato nella lotta al razzismo in queste settimane. Desidera che tutto l’ambiente della Formula 1 sia compatto in questa battaglia importante.
Il sei volte campione del mondo non è contento di come l’argomento è stato trattato nel paddock. Si aspettava e si aspetta molto di più dai vari team e dai colleghi. Ad esempio, l’iniziativa di inginocchiarsi in griglia di partenza prima della gara non è stata appoggiata da tutti.
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Hamilton era rimasto infastidito dalle parole di Romain Grosjean, il quale aveva dichiarato che non è necessario inginocchiarsi in ogni GP dopo averlo fatto in quello inaugurale del campionato.
Il pilota francese ha avuto modo di spiegare che quella presa di posizione fu dovuta al suo ruolo di presidente della GPDA (associazione dei piloti), dovendo dunque rappresentare anche quei colleghi che non condividevano l’idea di continuare con l’iniziativa.
Grosjean in conferenza stampa da Silverstone ha avuto modo di esporsi meglio sulla vicenda: «Ho parlato con Lewis e mi sono scusato. Forse non mi sono espresso bene, però in quel momento sentivo di farlo perché dovevo ascoltare anche coloro che nella GPDA non erano concordi nel continuare».
Grosjean ha proseguito spiegando il suo pieno sostegno alla lotta contro le discriminazioni razziali: «Ho detto a Hamilton che non ero felice che la cosa fosse emersa sui media, dato che sui social network poi sono stato accusato di razzismo. Io non sono razzista. Sono stato tra coloro che hanno spinto affinché ci mettessimo in ginocchio e spero che riusciremo a farlo tutti e venti un giorno. Dobbiamo continuare a esercitare pressione sui ragazzi, dicendo loro che è un gesto per sostenere una causa su qualcosa che non dovrebbe esistere».
Il driver del team Haas F1 ha avuto modo di chiarirsi con Hamilton e auspica di vedere tutti i piloti in ginocchio in futuro. Tra coloro che finora non lo hanno fatto ci sono Charles Leclerc e Max Verstappen, che ritengono non sia necessario quel gesto per combattere il razzismo. Vedremo se cambieranno idea.
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