“In Mercedes ho capito fino in fondo l’importanza di Michael Schumacher” ha detto Lewis Hamilton. Non è solo una questione di risultati e di vittorie
Lewis Hamilton ha spiegato che i suoi anni in Mercedes gli hanno fatto comprendere a fondo l’importanza di Michael Schumacher. Il britannico ha eguagliato il record del tedesco, sette volte campione del mondo. Detiene il record per numero di vittorie e di pole position. Ma il valore di Schumi, ha spiegato Hamilton, non sta solo nei record.
“I piloti non penso abbiano mai capito fino in fondo quanto Michael sia stato importante nell’aiutare a sviluppare la macchina” ha detto Hamilton, come riporta Autosport. “Iniziare in Formula 1 non è facile. Per un pilota giovane, ha detto, “è complesso comprendere fino in fondo quel che ha fatto Schumacher in questo team e quel che ora sto facendo io in questa scuderia. Vedono che solo che ho un’ottima macchina, come io vedevo che Micheal aveva una macchina veloce. Ma ora che sono qui, capisco quel che Michael può aver fatto per portarla a quel livello e sono sicuro che il suo lavoro sia stato simile al mio”.
Gli ingegneri, i meccanici, sono fondamentali spiega Hamilton. Ma è il pilota, dice, che deve fare da guida per lo sviluppo della macchina anche in base alle sue caratteristiche. “Di questo sono molto fiero anche se sfortunatamente non tutti ne sono consapevoli” ha detto il sette volte campione del mondo in un’intervista per un’edizione speciale della rivista Autosport, celebrativa dei settant’anni della Formula 1.
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Hamilton ha commentato anche il Mondiale 2020. “Non mi ero mai sentito al mio livello più alto così a lungo come quest’anno” ha detto Hamilton. “Ho lavorato sui miei punti di forza e anche sulle debolezze. Migliorando il rendimento in qualifica sono salite anche le prestazioni in gara e non me l’aspettavo” ha sottolineato.
Non si accontenta, però. C’è sempre spazio per migliorare ancora. “Ogni atleta che ha raggiunto il vertice nel suo sport dirà che è difficile alzare ancora l’asticella, che è più facile lasciarsi andare. Ma so cosa mi serve mentalmente e fisicamente per continuare a progredire ancora”.
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