Grosjean e il futuro dopo la F1: la proposta di Jean Todt. Il pilota francese chiuderà la sua carriera da pilota al termine di questa stagione ma potrebbe rimanere nel Circus
L’incidente di Romain Grosjean a Sakhir ha scosso tutto il mondo della Formula 1. Tra i pensieri dei piloti e la vicinanza di meccanici e tecnici, nessuno ha voluto far mancare il suo appoggio al driver francese della Haas. La consapevolezza diffusa è di un miracolo che può capitare una volta nella vita, incentivato dalla crescita tecnologica delle monoposto, diventate molto più sicure rispetto a qualche anno fa. Passi avanti che da un lato rendono più tranquilli gli interpreti di uno degli sport più pericolosi del mondo e dall’altro richiedono continui sviluppi per migliorare ulteriormente la situazione. Un lavoro che potrebbe fare lo stesso Grosjean, coinvolto dalla FIA sul tema sicurezza e prevenzione. a raccontarlo è stato lui stesso, in una lunga intervista all’Equipe.
“Casco, biancheria intima, tuta: tutti questi elementi mi hanno salvato ed è davvero incredibile. Bisogna anche capire perché il guardrail è posizionato in quel modo proprio sul rettilineo, puntando verso la pista. Jean Todt mi ha chiesto di andare alla FIA, di lavorare con loro. Portare la mia esperienza per aiutare a prevenire certi incidenti ed aumentare la sicurezza dei piloti“.
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Romain Grosjean ha visto davvero la morte in faccia ma è riuscito a schivarla anche grazie alla sua prontezza di riflessi in quei maledetti 28″ in Bahrain.
“Ho visto le brutte, un momento che non augurerei a nessuno. Una di quelle cose che ti cambiano la vita per sempre. Ho giurato a me stesso che non poteva finire così e mi sono catapultato fuori dalla macchina. Dobbiamo capire perché i guanti si sono bruciati così velocemente, perché il mio poggiacollo si è staccato e mi ha bloccato. Tutti aspetti che possono essere migliorati e che possono fare la differenza“.
La figura del presidente della FIA, Jean Todt, è stata davvero encomiabile. E’ stato uno dei primi ad andare a trovare Grosjean all’ospedale di Manama e ad avvisare la famiglia sulle condizioni del connazionale.
“Sono arrivato in ospedale cominciando a tremare per il dolore. Ho iniziato a sentire tutti gli acciacchi delle botte subite. Jean Todt mi è stato vicino, mi ha chiesto il numero di mia moglie, uno dei pochi che conosco a memoria. Ha avvisato lei e mi ha permesso di parlarci in vivavoce. E’ stato straordinario“.
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