Racing Point, quarto posto Mondiale con rammarico: le perdite per il team

La Racing Point ha mancato il quarto posto nel Mondiale costruttori. Le cause vanno molto al di là dei 15 punti di penalizzazione

Racing Point, perché il quarto posto è un'occasione mancata
Racing Point, perché il quarto posto è un’occasione mancata

La Racing Point ha chiuso la stagione di Formula 1 al quarto posto. Sette i punti di distacco dalla McLaren, che fanno apparire questo risultato un’occasione mancata per una scuderia che ha messo in pista la monoposto apparsa a tratti la terza forza del campionato dietro Mercedes e Red Bull.

Il terzo posto era ancora matematicamente possibile prima del disastro di Abu Dhabi nonostante i quindici punti di penalizzazione per aver progettato i condotti dei freni in maniera fin troppo simile a quelli delle Mercedes, da cui si il team si rifornisce per i motori. Nelle prime gare infatti si parlava per “Mercedes rosa” per definire le vetture di Stroll e Perez.

La scuderia destinata a trasformarsi in Aston Martin dopo l’ingresso nel board della casa di Lawrence Stroll, padre di Lance, ha potuto comunque continuare a usare gli stessi condotti dei freni per l’intera stagione.

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Casi Covid e tanti ritiri

Spesso, però, la Racing Point non è riuscita a tradurre in gara il potenziale di velocità espresso in qualifica. Su 34 presenze in griglia, due piloti per 17 gare, la Racing Point ha registrato sette ritiri e una partenza mancata (Hulkenberg a Silverstone). Di fatto, ha sciupato così quasi un quarto delle occasioni di ottenere punti. Tuttavia, rispetto alla McLaren, a fine stagione la Racing Point vanta lo stesso numero di piazzamenti a punti, 25, e lo stesso numero di gare con entrambi i piloti in top 10.

Non si può negare che l’assenza per Covid-19 di Sergio Perez nelle due gare di Silverstone e di Lance Stroll al Nurburgring abbiano pesato. Hulkenberg ha fatto il suo, garantendo dieci punti nelle due gare a cui ha preso parte. Ma una situazione destabilizzante anche per la salute dei singoli piloti in una stagione più corta del normale ha sicuramente un impatto più forte.

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Stroll l’enigma della Racing Point

Racing Point, quarta in classifica costruttori in F1 (Getty Images)
Racing Point, quarta in classifica costruttori in F1 (Getty Images)

Il 2020 però ha confermato che Stroll non può ancora togliersi di dosso l’etichetta di “raccomandato”. E’ l’anello debole della squadra, è emerso chiaramente anche ad Abu Dhabi. Senza contare le penalizzazioni, il canadese ha conquistato meno del 40% dei punti totali ottenuti in pista dalla scuderia. Nel confronto con la McLaren, la differente distribuzione si è fatta sentire. Norris infatti ha portato a casa il 48% dei punti del team, Sainz il 52%.

Non è stato nemmeno troppo fortunato soprattutto dopo Monza. Ha collezionato cinque ritiri di cui tre per colpe non sue e uno solo per sue principali responsabilità: l’incidente con Norris a Portimao.

In ogni caso, i numeri parlano chiaro: con “un altro Perez”, ovvero un altro pilota capace di garantire 9,6 punti di media per gara, la Racing Point avrebbe chiuso terza anche dopo la penalizzazione.

Sfortuna e scelte strategiche non sempre brillanti hanno fatto il resto, in una stagione da promessa non del tutto mantenuta. Il quarto posto è uno sprone a realizzarlo del tutto il potenziale, che rimane sotto gli occhi di tutti. Ma il tempo stringe anche perché non è detto che la Ferrari sarà ancora fuori dalla competizione per le prime tre o quattro posizioni. E all’orizzonte c’è la grande incognita del 2022.

 

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