Sergio Perez come Damon Hill e Alain Prost: quando vincere in F1 non basta

Sergio Perez ha festeggiato la prima vittoria in Formula 1 ma quasi certamente non avrà un volante per il 2021. I casi celebri simili del passato

Perez, Hill, Prost: quando andare forte non basta per la conferma in Formula 1
Perez, Hill, Prost: quando andare forte non basta per la conferma in Formula 1

Sergio Perez ha conquistato la sua prima vittoria in Formula 1 dopo 190 gran premi. Ma il pilota numero 110 ad essere salito almeno una volta sul gradino più alto del podio quasi certamente non sarà al via della stagione 2021.

La decisione della Racing Point di far valere la clausola per la conclusione anticipata del contratto, in modo da far arrivare al suo posto Sebastian Vettel, lo riporta indietro all’autunno 2013.

Allora il messicano stava completando la stagione in McLaren, e i media parlavano di un accordo raggiunto per il rinnovo. Ma prima del GP Usa il team annuncia che al suo posto sarebbe arrivato Kevin Magnussen. Dopo la notizia, come fosse una sfida, Perez festeggiò la terza gara consecutiva a punti della stagione.

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Prima di Perez: i casi celebri di Frentzen e Prost

Nel 2001, subito prima del gran premio di casa a Hockenheim, Heinz-Harald Frentzen scopre di essere stato messo alla porta da Eddie Jordan, patron del team con cui due anni prima era arrivato terzo nel Mondiale dietro Mika Hakkinen e Eddie Irvine

“Contesto le ragioni per cui la scuderia è arrivata a questa decisione, c’è una causa in corso” ha detto allora al Telegraph il pilota tedesco. Dal gran premio successivo, avrebbe corso per la Prost.

Proprio il Professore era stato allontanato dalla Ferrari alla fine della stagione 1991. L’anno prima aveva lottato per il Mondiale fino all’ultima gara contro Ayrton Senna, e il finale a Suzuka ha fatto la storia della loro rivalità da leggenda. Ma i suoi commenti sulla Ferrari F1-91, la cosiddetta 643, paragonata a un camion, hanno accelerato il suo addio al Cavallino.

“Il suo comportamento durante la stagione non è stato all’altezza di quello che ci saremmo aspettati da un pilota del suo livello” ha detto l’allora direttore Claudio Lombardi, come riporta Autosport.

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Quando Hill lasciò la Williams da campione del mondo

Il caso più celebre rimane sicuramente legato a Damon Hill. Unico campione del mondo figlio di campione del mondo, fa parlare di sé nel 1996 a tre gare dalla fine della stagione che gli avrebbe regalato la grande gioia della carriera. Ma non per i suoi risultati, non perché è in testa alla classifica con 13 punti di vantaggio sui rivali.

No, perché la Williams annuncia di non volerlo confermare. Questioni di soldi, scriveva all’epoca il quotidiano britannico The Independent. Il britannico chiede dodici milioni di dollari, il team ne offre al massimo otto.

Il rapporto si rompe e Hill, da campione del mondo in carica, finisce alla piccola Arrows per un ingaggio ancora più basso.

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