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Joan Mir, il capotecnico rivela il punto debole: “Dobbiamo migliorare”

Frankie Carchedi, capotecnico di Joan Mir, ha parlato del campione del Mondo nella MotoGP: svelato il punto debole del pilota

Joan MirJoan Mir
Joan Mir (Getty Images)

Un successo inatteso e forse per questo ancora più bello. Joan Mir ha trionfato lo scorso anno in MotoGP dimostrandosi il pilota più continuo. Una vittoria che è andata oltre le attese ma che è stata frutto di un lavoro meticoloso che ha portato lo spagnolo a limare i difetti propri e della moto e ad esaltare i pregi.

Ora che il motomondiale 2021 è in arrivo, la Suzuki spera nel bis anche se dovrà fare i conti con l’addio di Davide Brivio, passato alla Formula 1 in Alpine. Una mancanza che non frena le ambizioni del team giapponese e i piani di Mir: obiettivo è vincere tutto perché una volta assaggiato il successo, difficile farne a meno. Di questo parla Frankie Carchedi, capotecnico di Mir, che racconta alcuni retroscena sul pilota spagnolo.

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Joan Mir, Carchedi: “Il punto di forza è la frenata”

Joan Mir (Getty Images)

Si presenterà sulla griglia di partenza da campione del Mondo Joan Mir che ha scelto però di conservare il numero 36 sulla carena. Dello spagnolo Carchedi dice: “Sapevamo dal primo giorno che aveva qualcosa di speciale“. Così è stato naturale migliorare passo dopo passo, lavorando su tutti i dettagli che possono portare moto e pilota a dare il meglio: “La gente non immagina quante cose ci sono da fare su una moto e la preparazione necessaria per affrontare un campionato“.

Mir però ha sempre avuto le idee chiare: voleva vincere e ci è riuscito. “Non tutti ci credevano, ma Joan sapeva cosa voleva“. Un successo raggiunto sfruttando il punto di forza dello spagnolo: “Ci siamo subito accorti che in frenata fosse molto forte: sembrava frenasse di meno, ma non era così“. Ora però occorre migliorare anche i difetti, come i problemi in qualifica: “Sì, è da migliorare perché renderebbe tutto più facile. Ma non ci concentriamo soltanto su un aspetto: vogliamo migliorare tutta la moto nel complesso“.

Bruno De Santis

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