Gigi Dall’Igna rivela alcuni segreti che hanno consentito a Pecco Bagnaia di affermarsi vice campione del mondo di MotoGP nella stagione 2021. 
Ducati archivia il 2021 con dei buoni risultati, il titolo Costruttori e tante buone speranze per il prossimo campionato. Pecco Bagnaia ha saputo trascinare la Desmosedici ad un passo dal titolo piloti e dimostrato di potersi esprimere al meglio con questa moto. Merito di uno stile di guida che ha saputo adattare alle caratteristiche della Rossa.
Il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, riconosce pieni meriti al pilota piemontese affermatosi vice campione del mondo. “E’ evidente che Pecco usa uno stile di guida diverso rispetto agli altri piloti Ducati, perché usa la gomma anteriore al 100%. I piloti Ducati hanno stili di guida diversi, una buona moto deve dare al pilota la possibilità di usare la moto come preferisce e penso che la nostra moto possa farlo in questo momento“.
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Holeshot asso nella manica di Bagnaia
A Borgo Panigale hanno saputo sviluppare il prototipo 2021 come pochi altri e nonostante il congelamento dei motori imposto dal regolamento a causa del contenimento dei costi dettato dall’emergenza sanitaria. Ma i tecnici emiliani hanno lavorato a fondo su telaio e le componenti periferiche del propulsore V4 su cui era possibile mettere mano. In tal modo hanno colmato le problematiche legate alla percorrenza di curva che erano un punto debole ai tempi di Andrea Dovizioso.
Ma non solo, perché l’ingegnere veneto Gigi Dall’Igna e i suoi uomini hanno ideato un nuovo dispositivo holeshot anteriore-posteriore che ha dato una bella spinta nella prima fase di gara dopo le spegnimento dei semafori. Un sistema presto copiato anche dagli altri costruttori. “La partenza è la chiave della gara, se parti davanti è più facile impostare una buona strategia. Abbiamo iniziato con un’idea semplice due anni fa e abbiamo aggiunto qualcosa di nuovo ogni sei mesi. L’unico problema è che le regole in materia sono molto rigide e ci permettono di usare solo sistemi meccanici e non elettronici – ha sottolineato Dall’Igna ai microfoni di Motogp.com –. All’inizio non è stato facile trovare un modo per farlo funzionare“.
