Yuki Tsunoda si è reso protagonista a Silverstone per alcuni atteggiamenti che non sono piaciuti affatto a Helmut Marko.
A Silverstone l’AlphaTauri ha rimediato un doppio zero che lascia tanta amarezza. Pierre Gasly, infatti, è stato costretto al ritiro a seguito di un contatto con il suo compagno di squadra Yuki Tsunoda. L’errore, in questo caso, lo ha commesso proprio il giapponese classe 2000 che in questo anno e mezzo di Formula 1 ha dimostrato di avere limiti caratteriali ed emotivi che stanno influenzato in negativo le sue prestazioni.
Già ad inizio della scorsa stagione, il team emiliano aveva cercato di sopperire a queste difficoltà del pilota trasferendolo in Italia, nei pressi della sede della scuderia, da cui seguirlo da vicino nella sua crescita. I risultati di questa decisione furono evidenti specialmente nella seconda parte del Mondiale, dove Tsunoda aveva ottenuto diversi risultati in top 10.
Tuttavia, quest’anno, la storia sembra ripetersi e, dopo il GP di Gran Bretagna, Helmut Marko ha espresso la sua opinione in merito in un’intervista all’emittente austriaca di Servus TV.
Tsunoda, Marko: “Continua sempre a lamentarsi”
“Dovremmo tenere sotto controllo le nostre emozioni – ha affermato il consigliere della Red Bull –. Grazie a Dio, Max è calmo, Tsunoda è invece un ragazzino problematico“.
Perciò, la scuderia di Milton Keynes e quella di Faenza hanno proceduto a mettergli a disposizione un sostegno che potrebbe rivelarsi importante nel suo percorso all’interno della massima serie automobilistica, peraltro già adottato da diversi suoi colleghi di pista. “Con lui abbiamo organizzato una specie di supporto psicologico, perché continua sempre a lamentarsi, cosa che influisce sulle sue prestazioni” ha poi aggiunto Marko.
Inoltre, questa dichiarazione del manager austriaco è stata poi confermata dal diretto interessato in occasione della conferenza stampa che anticipa il GP d’Austria.
“Ho un nuovo psicologo da qualche gara – le parole di Yuki –. Attualmente non saprei dire se stia funzionando o meno, magari se stesse andando bene non avrei fatto quell’incidente. Ci vorrà un po’ più di tempo“.
Insomma, Tsunoda deve ancora maturare prima di potersi esprimere al massimo delle sue potenzialità. I risultati della seconda metà di stagione dello scorso Mondiale hanno dimostrato tutto il suo talento, ma è ancora troppo poco, serve costanza. D’ora in avanti deve lavorare sodo per raggiungere gli obiettivi suoi e della Red Bull.