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Iran, mercato auto in ribasso: Embargo e leggi affossano la produzione

Iran, mercato auto in ribasso: Embargo e leggi affossano la produzione. Come le case costruttrici cercano di sopravvivere.

Iran, mercato auto in ribasso (Foto: Getty)

In un paese dove l’industria dell’auto rappresenta il 10% del PIL, e in tale industria è inquadrato il 4% della forza lavoro nazionale, uno scenario di tensione internazionale come quello che sta accadendo in Iran potrebbe avere conseguenze disastrose sull’economia.

L’Iran rappresenta uno dei mercati automobilistici più grandi di tutta la “zona” orientale, negli anni sono state siglate importanti partnership con produttori occidentali, in particolare con i gruppi Peugeot e Renault.

Basti pensare, per parlare di numeri, che nel 2017 in Iran si sono prodotti oltre 1,5 MLN di veicoli, esattamente il 14% in più rispetto al 2016, ma nel 2018 causa sanzioni USA la produzione è scesa a meno di 1 MLN, e le ultime analisi di mercato raccontano di un calo vertiginoso del 26% circa, stima a dicembre 2019.

Oltre ai dazi americani il governo di Teheran ha imposto regole che obbligano tutte le case automobilistiche a lavorare in assoluta trasparenza, indicando al dettaglio costi di produzione, margini, profitti e prezzi finali.

Tutte le case che non riescono ad adeguarsi alle nuove leggi imposte dal governo rischiano pesanti sanzioni, sanzioni che possono prevedere anche l’esecuzione capitale …

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Iran, mercato auto in ribasso: Embargo e leggi affossano la produzione

Iran, mercato auto in ribasso (Foto: Getty)

Entro il 2021 ci dovrebbe essere da parte dello stato delle cessioni di quote statali, per incrementare gli investimenti del settore, per tali norme locali negli ultimi due anni si è subito un forte rallentamento di produzione di modelli di origine europea, come Dacia, Renault e Peugeot.

In ultimo, ma non per ultimo non si può sottovalutare poi la scarsa qualità delle macchine iraniane, specialmente a livello di emissioni nocive, è già stato concordato che alcuni modelli cesseranno di esistere dopo luglio 2020.

Le leggi interne e le sanzioni americane oltre ai brand coreani stanno favorendo l’ingresso dell’industria russa e cinese nel paese, da vedere come reagirà il mercato, mercato al momento è in continua contrazione.

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redazione

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