Albon, numeri e curiosità sul compagno di Verstappen in Red Bull

Alexander Albon. Scopriamo tutte le curiosità su il thailandese promosso in Red Bull a metà della sua prima stagione in Formula 1

Albon, numeri e curiosità sul compagno di Verstappen in Red Bull
Albon, numeri e curiosità sul compagno di Verstappen in Red Bull

Albon è nato in Inghilterra, ha studiato a Ipswich e iniziato a correre sui kart a Hoddesdon, nell’Hertfordshire. Ma ha scelto di correre con la nazionalità della madre. Per questo, è il secondo pilota thailandese nella storia della Formula 1 dopo il pittoresco principe Birabongse Bhanudej Bhanubandh, noto semplicemente come Bira, in pista nei primi anni Cinquanta.

Suo padre Nigel è stato a sua volta pilota, ha gareggiato nel British Touring Car Championship e nella Porsche Carrera Cup. E’ stato lui ad accompagnarlo per la prima volta sui kart. “E’ successo a Disneyland, avevo quattro o cinque anni” ha raccontato, come riporta il sito della Red Bull. “Mi sono messo a piangere, non volevo farlo. Papà era un po’ deluso. Poi ci ho riprovato quando avevo sette anni. E l’ho adorato

Con la famiglia, aggiunge nella stessa intervista, “parliamo tutti i giorni, anche per messaggio. Sento mia madre tutti i giorni, a volte mi scrive anche troppo, ho anche quattro fratelli. Abbiamo una chat di gruppo su whatsapp in cui ci scambiamo foto dei nostri gatti. La mia famiglia viene a vedere tutte le mie gare. A me fa piacere, mi sento un po’ più come a casa”.

Il rapporto con la madre e un 2012 difficile

Parla con affetto anche della mamma Kankamol. Come ha rivelato il Mirror nel 2018, in passato è stata arrestata per frode legata alla vendita di auto di lusso. Era il 2012, la Crown Court di Ipswich l’ha condannata a sei anni di carcere ma è stata rilasciata nel 2015. In una delle puntate della seconda edizione della serie Drive to Survive su Netflix, ha spiegato che ha pagato per il suo crimine e che il figlio l’ha perdonata.

Il 2012, dopo buone premesse, si rivela il suo anno più difficile. Dopo i risultati nei kart, Helmut Marko gli offre la possibilità di entrare nel Red Bull Junior Team. Ma si ritrova in Formula Renault 2.0 senza compagni di squadra. I risultati non arrivano e a fine stagione Marko gli telefona di nuovo: la sua esperienza nel team Red Bull è finita. Albon però incontra Gwen Lagrue, che allora lavora per il junior team della Lotus ed è poi passato a gestire il programma per giovani piloti della Mercedes.

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L’incontro con Leclerc

Il talento di Albon inizia a rivelarsi nel 2016, quando corre nel tealìm ART in GP3 accanto a Charles Leclerc. Per la prima volta, può lottare per il campionato, e contro il compagno di squadra. Il monegasco, ha ammesso Albon, era già un gran pilota e una bella persona: nel team, non hanno mai avuto problemi. Alex chiude secondo, poi sarà terzo in Formula 2 con il team DART nel 2018. Helmut Marko gli telefona di nuovo.

Marko porta Albon in Formula 1

La telefonata gli arriva mentre è a Dubai, subito dopo l’ultimo GP della stagione ad Abu Dhabi. Nel 2019, sale per la prima volta su una Formula 1, la Toro Rosso per poi debuttare a Spa in Red Bull al posto del declassato Pierre Gasly. Una prima volta inusuale, soprattutto su un tracciato che rappresenta la storia dell’automobilismo. “Mi piacciono i circuiti veloci, come Silverstone o Spa” spiega alla vigilia del gran premio alla BBC.

Ha chiuso la prima stagione in Formula 1 all’ottavo posto nel Mondiale. Il carico delle vetture, attaccatissime a terra, gli ha reso più facile l’adattamento. Ma la differenza la fanno i dettagli, i decimi da andarsi a guadagnare al di là del limite. “Sembra facile, ma poi quando c’è da dare il cento per cento non lo è per nulla, ed è bello che sia così” ha detto.

Albon: il valore dell’onestà

Si racconta come una persona onesta. “Odio mentire, alla fine ti scoprono sempre” spiega. E non legge quello che viene scritto su di lui. “Tendo ad ascoltare i consigli solo del team, dei tifosi, degli ingegneri. So bene su cosa devo lavorare, non ho bisogno di qualcuno che me lo dica da fuori: servirebbe solo a distrarmi” ha detto.

Un destino in rosso

Il fil rouge della sua storia, è proprio il caso di dirlo, è il rosso. È il colore del Massaman Curry, un tipico piatto thailandese molto speziato che gli piace molto, come la pizza e la pasta. È il rosso che caratterizza i suoi primi anni. Aveva dipinto così il suo kart, il casco, la tuta. Aveva scelto anche un tappeto e le lenzuola per il letto di quel colore. Leggenda vuole che la sua prima parola sia stata “rari”, un’abbreviazione di Ferrari. Poi è arrivata l’ammirazione per Valentino Rossi e Michael Schumacher.Devi mangiare le verdure come Michael mangia le sue” gli diceva la madre da piccolo. Ora è il momento di un altro rosso, quello del Toro che mette le ali. Ma chissà dove potrà portare il fil rouge. Magari dove è già arrivato il suo ex compagno di squadra in Formula 3.

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