Nel briefing dopo il GP Austria, il CEO della Ferrari Camilleri ha esaltato il talento di Leclerc. “Ma dobbiamo reagire da squadra” ha detto
La Ferrari ha archiviato il GP Austria con la soddisfazione per il secondo posto di Charles Leclerc e l’amara consapevolezza di non avere una monoposto all’altezza della concorrenza dei top team. E domenica si correrà di nuovo al Red Bull Ring, in quello che è stato denominato Gran Premio di Stiria. Così il debriefing del lunedì, che si è svolto in collegamento da remoto, diventa anche un’occasione per programmare, per quanto possibile, la prossima corsa.
In Austria, ha detto il CEO Louis Camilleri, Leclerc “ha dato spettacolo, ha approfittato delle opportunità nel finale, si è difeso da vetture più veloci. Ha confermato ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, il suo talento e la sua determinazione nel difendere i colori della Ferrari” ha detto Camilleri.
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Il team sta ancora analizzando i dati della vettura di Vettel per comprendere le ragioni della contro-prestazioni della macchina. Il peggioramento rispetto a un anno fa si poteva già leggere nei tempi in qualifica di Leclerc. Il miglior tempo in Q3 del monegasco quest’anno è di nove decimi più lento rispetto a quello che gli valse la pole nel 2019. “Abbiamo tanto lavoro da fare” ha aggiunto Camilleri, “non è questa la posizione in griglia per un team come la Ferrari. Dobbiamo rispondere immediatamente, e su tutti i fronti“.
Per questo, la scuderia sta spingendo per accelerare gli upgrades, inizialmente previsti per il GP Ungheria, che avrebbero dovuto portare un pista quasi una “versione B” della SF1000. Alcuni componenti dovrebbero essere provati già nel prossimo weekend, anche se non basteranno a colmare il gap. “Sono contento della risposta immediata, dell’impegno che Mattia Binotto e la squadra stanno mettendo in tutte le aree” ha spiegato Camilleri. “Una risposta da squadra unita che affronta di petto le difficoltà”. Per Camilleri, non si mette in discussione il percorso di lungo periodo per una battuta d’arresto.
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