Aprilia non è sul mercato MotoGP e aspetta Andrea Iannone anche se sta cominciando a spazientirsi. 
È calmo ma abbastanza risentito l’amministratore delegato della casa italiana Massimo Rivola rispondendo a una domanda sulle voci di mercato che riguardano un possibile arrivo di Crutchlow.
MotoGP, ad Aprilia Crutchlow non interessa
Massimo Rivola la taglia molto corta: “Sono voci che ho sentito anche io, ma è una palla pazzesca. In questo momento non siamo in alcun modo interessati al mercato perché noi stiamo aspettando Andrea Iannone anche se la WADA credo stia facendo di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a noi e al ragazzo. Arriverà un momento in cui dovremo pensare anche a un piano B ma non ora. Queste tempistiche sono assurde e secondo noi ingiustificate”.
Rivola fa riferimento al fatto che Iannone, per la nota vicenda del doping poi ridotta a un semplice caso di intossicazione alimentare sia fermo da mesi e non posa tornare in pista nonostante le accuse siano state già più volte smontate: “I tempi della WADA sono esasperanti e ci mettono in grande difficoltà. Non so se e quando penseremo a un piano B. Quando capiremo quali sono i tempi della WADA, e sinceramente la cosa sa anche cominciando a diventare urgente, potremo avere anche una tempistica, ma non prima”.
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Le accuse di Rivola
L’impressione è che con Andrea Iannone la WADA abbia preso una cantonata. Non sarebbe nemmeno la prima. Pur in un mondo del doping che di furbi ne conta parecchi e che va combattuto. Ma evidentemente l’agenzia internazionale allunga i tempi dell’istruttoria per non fare pesare i propri errori: “Si tratta di una stasi semplicemente ingiustificata – insiste Rivola – posso dire che è tutto quello che Iannone, i suoi avvocati e il suo comitato scientifico hanno prodotto è estremamente serio, circostanziato e documentato e di fatto ha già smontato qualsiasi tesi accusatoria. Ma la sensazione è che essendo la WADA un potere politico molto importante sta facendo di tutto per farci perdere tempo ed è l’unico modo che ha per far pagare una sorta di pena al ragazzo, sempre ammesso che il ragazzo abbia qualche pena da dovere scontare”.
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