F1, Ferrari firma Patto della Concordia: il comunicato sull’accordo

Anche la Ferrari ha sottoscritto il Patto della Concordia, l’accordo che regolerà i prossimi cinque anni di F1: il comunicato di Maranello.

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(Getty Images)

La Ferrari ha firmato il Patto della Concordia, l’accordo tra le scuderie di Formula 1 volto a regolare la partecipazione al Mondiale sui piani economici, sportivi e tecnici sino al 2025. Così, la Casa di Maranello è diventata la seconda a sottoscrivere il trattato, dopo McLaren. I due team, insieme a Williams, avevano già annunciato nei giorni scorsi la loro condivisione della nuova disciplina, al contrario di Mercedes, che ne aveva espresso le proprie perplessità.

E’ stato siglato l’accordo con Fia e F1 – spiega in un comunicato il Cavallinoche stabilisce gli aspetti normativi e di governance che regoleranno la massima competizione automobilistica. Gli aspetti commerciali sono stati definiti nell’intesa fra Ferrari e Formula 1“. Firma commentata anche dall’amministratore delegato della Ferrari, Louis Camilleri: “Siamo contenti di aver rinnovato ciò che è conosciuto come Patto della Concordia, che regolerà la F1 per i prossimi 5 anni“.

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F1, anche la Ferrari sottoscrive il Patto della Concordia: la seconda scuderia dopo McLaren

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La Ferrari è quindi la seconda scuderia a firmare il Patto della Concordia, anticipata dalla McLaren e seguita da Williams, che ha comunicato la sottoscrizione poco dopo la Rossa. Un’intesa su cui sembrano essere d’accordo quasi tutti i team partecipanti al Circus, come fatto intendere da Liberty Media. Tuttavia, spicca l’insoddisfazione della Mercedes, con Toto Wolff che non sarebbe pienamente convinto degli attuali termini, in particolare della suddivisione degli introiti. Motivo per cui potrebbe paventarsi l’ipotesi della loro adesione per un solo anno.

Il team di Woking, invece, ha espresso così la propria convinzione per l’accordo, tramite le parole del CEO, Zak Brawn. “La F1 ha compiuto un altro passo decisivo verso un futuro forte e sostenibile con il nuovo accordo – prosegue – E’ una soluzione giusta per tutti. Per avere uno sport più equo, maggiore equilibrio nella condivisione dei ricavi per ogni team e una governance più semplice e chiara“.

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