Mercedes continua a corteggiare il signor Ineos: chi è Jim Ratcliff

Ineos ufficialmente è solo uno sponsor della Mercedes: sicuramente il più ricco, indubbiamente anche il più ambizioso.

Mercedes Ineos
Il marchio Ineos compare sulla livrea Mercedes dall’inizio dell’anno (Getty Images)

Ma nelle ultime settimane le tantissime voci che circondano il colosso britannico circa un coinvolgimento all’interno del team Mercedes di Formula 1 sono davvero troppo autorevoli.

Mercedes, una scuderia in divenire

Se martedì, Toto Wolff, team principal e azionista della scuderia Mercedes con una quota del 30% smentiva categoricamente la possibilità che Ineos entrasse all’interno del consiglio di amministrazione e della proprietà azionaria della scuderia, ieri la Borsa di Londra (London Stock Exchange) e Wall Street reagivano con grande entusiasmo ad altre voci che riguardavano un possibile investimento di Ineos in Mercedes e nella Formula 1… Grandi giochi di potere? Speculazioni borsistiche?

Tutto può essere ma il marchio britannico sta facendo in poche settimane quello che altri colossi non sono riusciti a realizzare in decenni. Monopolizzare l’attenzione generale e investire in un momento in cui nessuno sembra avere soldi da spendere. Alle spalle del gruppo Ineos un imprenditore di grande successom eccentrico e un po’ misterioso: Jim Ratcliff.

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Chi è il signor Ineos

Originario del Lancashire, 67 anni, nominato baronetto dalla regina Elisabetta II in persona per meriti economici e industriali dal 2018, sir Jim Ratcliff è il classico miliardario che si è fatto da solo e che arriva da un background tutto sommato piuttosto modesto. Laureato in ingegneria a Birmingham ha perfezionato i suoi studi manageriali presso la London Business School. Ha cominciato a lavorare partendo dal basso condizionando consulenze e esperienze di alto livello con alcuni dei marchi petroliferi più prestigiosi di livello mondiale. Nel 1998, la svolta. Ratcliffe fonda la Ineos. La sua idea è quella di diventare un operatore europeo in grado di trattare con tutti i più grandi interlocutori del settore petrolchimico: gli arabi, i sudamericani, gli asiatici, tenendo i suoi pieni rigorosamente in terra inglese e investendo molto in acquisizioni e rete commerciale.

In pochi anni la Ineos si mangia il colosso BP, la British Petroleum, e si diverte ad acquisire tutti i marchi che gli piacciono. Va in moto: e investe in Triumph anche se in modo indiretto. Ama la vela, e fonda una squadra che punta alla prossima edizione di America’s Cup. Adora i capi della Belstaff: e se la compra. Lo scorso anno chiude con un fatturato record, 85 miliardi di dollari e assume il suo dipendente numero 22mila. Poi, siccome non riesce a comprarsi la Land Rover (la cui proprietà è dell’indiana Tata), decide di fondare una sua azienda automobilistica, la Grenadier, che realizza una nuova versione dello storico Defender.

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Una fortuna inestimabile

Al momento è l’uomo più ricco del Regno Unito con un patrimonio personale di circa 25 miliardi di euro. Il suo ingresso in Mercedes è stato visto dai tifosi inglesi come l’estremo tentativo del Regno Unito di salvare la propria presenza storica in Formula 1 che era stata spazzata via da altri gruppi globali i cui investimenti arrivano da Stati Uniti, Emirati o Germania.

Nel frattempo Ratcliff continua a fare spese in modo compulsivo: è entrato nel ciclismo come main sponsor del Team SKY che sta partecipando al Tour de France e pochi mesi dopo il suo ingresso in Formula 1 tutti lo vogliono come alleato. La Liberty Media, la FIA oltre ovviamente la Mercedes che lo ha accolto con un contratto di sponsorizzazione di cinque anni. Al momento la Ineos versa 20 milioni di euro all’anno nelle casse della scuderia Mercedes.

Disgraziatamente per i tifosi italiani Ratcliff non è un grande appassionato di calcio: dopo un timido tentativo per comprare il Chelsea, andato fallito, ha investito sul Losanna (proprio in Svizzera, ma guarda un po’…) e nel Nizza ma solo perché da quelle parti ha una splendida villa sul mare. A Ratcliff il suo ruolo di sponsor piace: ma preferisce essere padrone delle aziende in cui investe. E siccome la Mercedes ha diverse azioni ‘congelate’ – quelle di Niki Lauda, un buon 10% – non è escluso che il magnate tenti la scalata alla scuderia di Brackley. Tutto sommato, per lui, una spesuccia…

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