Formula 1

“Ferrari, vi dico cosa si prova a guidare la Rossa”: parola di Gerhard Berger

Gerhard Berger racconta la sua esperienza in Ferrari. L’emozione della chiamata, il rogo di Imola, il trionfo a Monza nel 1988

Gerhard Berger rivela: “Cosa si prova a correre e vincere in Ferrari”

“Alla fine del 1986 in tanti mi hanno cercato. Ma quando mi ha chiamato Enzo Ferrari, è stata un’emozione speciale”. Inizia così la lunga intervista che Gerhard Berger ha concesso alla rivista Motor Sport per il primo di una serie di podcast pensati per esplorare la storia della Ferrari.

Berger ricorda la volontà ferrea del Drake. “Dipendeva tutto da lui, aveva le idee molto chiare, anche quando gli parlava Marco Piccinini” all’epoca capo dei motoristi, racconta Berger. Smentisce di aver avuto rapporti difficili con i compagni di squadra, anche se i giornalisti Andrea De Adamich e Oscar Orefici in un libro del 1987 scrivevano di un affiatamento non facile con Michele Alboreto.

“Quando sono arrivato, la Ferrari non vinceva da tanto” racconta Berger. “Sono stato fortunato a interrompere questo digiuno. Ma in tutto il mio periodo alla Ferrari non ho mai avuto problemi con i giornalisti italiani”.

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Berger e la ferrari, storia di un amore: l’intervista

Berger racconta anche i retroscena di quelle stagioni in Ferrari, l’incidente drammatico di Imola e la speciale vittoria a Monza nel 1988, poche settimane dopo la morte del Drake. Un successo maturato in una stagione nella quale le McLaren hanno vinto tutte le altre gare, anche grazie a un’interpretazione più efficace dei nuovi regolamenti che limitavano i motori a due opzioni: turbo da 1,5 litri, aspirati da 3,5 litri.

Ridotta la capacità massima dei serbatoio di benzina a 180 litri, venne introdotta la limitazione della pressione di sovralimentazione a 4,00 bar. Solo nella seconda parte della stagione, la Ferrari ha migliorato le prestazioni grazie alla valvola pop-off che serviva a ridurre la pressione una volta superato il valore soglia

Berger ha corso complessivamente 96 gran premi in Ferrari. Nell’intervista, racconta anche l’emozione del ritorno al volante dopo il rogo a Imola, e ricorda anche un compagno di squadra che ha segnato la sua carriera fuori dal Cavallino. Un compagno che ha segnato la storia della Formula 1, Ayrton Senna.

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Alessandro Mastroluca

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