Zona Rossa o Arancione: cosa può accadere dopo l’Epifania, le ipotesi

Le misure restrittive attualmente in vigore in Italia scadono il prossimo 6 gennaio. Cosa dobbiamo attenderci dopo l’Epifania?

Controlo polizia (Foto: Getty Images)

Il Decreto Natale approvato prima delle feste dal governo, che ha reintrodotto la “zona rossa” in tutta Italia nei giorni festivi e prefestivi (nel resto delle giornate è prevista la “zona aranncione) sarà in vigore fino al 6 gennaio. Ma ora che quella data si avvicina diventa più che naturale chiedersi cosa dovremo aspettarci subito dopo l’Epifania, periodo che riporterà molti anche al lavoro. Da valutare anche la situazione delle scuole, che potrebbero tornare in presenza solo al 50%, oltre a quella delle attività commerciali, molte stremate dalle restrizioni che hanno dovuto sopportare in questi mesi. Solo quelle essenziali, infatti, hanno continuato a lavorare anche in questo periodo.

Al momento non sono state prese ancora decisioni ufficiali, ma appare probabile si possa tornare misure differenti a seconda delle regioni. Al momento le ultime rilevazioni invitano alla cautela: la curva del contagio sta registrando un calo, seppure lento, mentre è l’Rt ad essere aumentato negli ultimi giorni. Secondo i dati riportati nel primo bollettino del nuovo anno, il rapporto tra tamponi effettuati e numero di positivi è pari al 14,1%.

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Auto della polizia (Getty Images)

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Zona Rossa o Arancione: cosa possiamo aspettarci

Al momento sembrano essere soprattutto tre le regioni a rischio: Veneto, Liguria e Calabria. Qui il valore di Rt è vicino all’1, quindi come minimo potrebbe esserci un ulteriore prolungamento della “zona rossa”. Da tenere sotto controllo anche la situazione di Puglia, Basilicata e Lombardia (anche se in quest’ultima regione ci sono stati dei giorni in cui il tasso di positività era effettivamente calato, oltre ad essere la zona con più abitanti della nostra Penisola).

Se non dovessero esserci nuove decisioni da parte del governo, ci sarebbe un ritorno alle misure prese prima del Decreto Natale. Tutte le regioni, ad eccezione dell’Abruzzo che era “arancione”, potrebbero quindi tornare gialle, ma per far sì che questo possa davvero accadere sarà fondamentale monitorare la situazione contagi in questi giorni che ci separano dall’Epifania.

Il quadro attuale sembra essere migliore in Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna. Secondo il report di fine anno, qui una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni. Nel caso di Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive.

L’ultima decisione spetterà quindi al premier Conte e ai suoi ministri, che terranno comunque conto delle indicazioni emerse dal Comitato Tecnico Scientifico, che ha sempre sottolineato come sia ancora prematuro pensare che il peggio sia passato. Anzi, sono molti gli esperti che ritengono più che concreta la possibilità di una terza ondata ormai alle porte.

Non è escluso che possa esserci anche una modifica agli attuali 21 parametri presi in considerazione per valutare le varie norme da mettere in atto. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, è convinto che le restrizioni stiano dando risultati. Continuare ad agire con il massimo della cautela resta però fondamentale

Difficilmente sarà però tolto il coprifuoco, attivo fino alle 22, mentre potrebbe esserci un parziale riapertura, ma con ingressi controllati, di mostre e musei.

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