Michael Schumacher, i 52 anni di un’icona della Formula 1

Compie 52 anni Michael Schumacher, su cui è calato un velo di silenzio dopo l’incidente in montagna del dicembre 2013. Gli auguri della Ferrari

Michael Schumacher, i 52 anni di un'icona della Formula 1
Michael Schumacher, i 52 anni di un’icona della Formula 1

E’ vissuto nel colore, soprattutto il rosso, e nel rumore. Da sette anni, il suo ricordo sedimenta nella nostalgia e nel silenzio. Michael Schumacher, l’icona che ha cambiato la Formula 1 moderna, che ha rappresentato lo spirito del suo tempo e un’era senza eguali per la Ferrari, compie 52 anni. Dal 29 dicembre 2013, sulle sue condizioni la moglie Corinna ha imposto un silenzio che nessuno ha osato violare. Una cospirazione del silenzio, il segno più forte dell’affetto per l’uomo e del rispetto per il campione.

Non ho mai visto un nuovo Ayrton Senna ha detto l’ex pilota Martin Brundle, diventato l’apprezzata voce della Formula 1 in Gran Bretagna per Sky, “ma Schumacher è il campione che gli si è avvicinato di più. Ma erano diversi: Schumacher era più completo, guidava con la testa. Senna era più naturale, tutto istinto”. Anche per questo, hanno scatenato passioni e identificazioni di natura diversa.

Schumacher è il campione dell’orgoglio Ferrari, il primo ma non più l’unico nella storia ad aver conquistato sette titoli mondiali. Ha dominato il suo sport come nessun altro nei dieci anni successivi alla morte di Senna. I suoi sette Mondiali si distribuiscono in un decennio, tra il 1994 e il 2004. I primi due con la Benetton, gli altri con la Ferrari.

Ha vinto 91 gare, completato 76 giri veloci e 68 pole position. Nel 2002 ha firmato un record rimasto senza pari: ha finito sul podio tutte le gare della stagione. “Michael sarà sempre nei cuori di chi lavora a Maranello. Con coraggio e passione ha ottenuto risultati difficilmente ripetibili” ha detto Luca Cordero di Montezemolo.

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Michael Schumacher, gli auguri della Ferrari

La sua storia è iniziata nel kartodromo di famiglia a Kerpen, a quattro anni. . La sua prima vittoria risale al 1984 al Campionato Tedesco Cadetti Kart, che resterà una sua grande passione. Come noto, debutta in Formula 1 nel 1991. Pronti via, sulla pista di Spa, la più spettacolare e difficile del Mondiale, porta la Jordan al settimo posto in qualifica. Rompe la frizione al via, ma quella qualifica basta a Flavio Briatore per intravedere il campione del futuro.

Lo mette sotto contratto per tre anni. Nel 1992 festeggia il primo podio in Messico e la prima vittoria, sempre a Spa. A Montecarlo la prima pole, nel 1994, l’anno del primo dei due trionfi iridati consecutivi con la Benetton.

Nel 1996 è passato alla Ferrari, per 60 milioni di dollari in due anni. Resterà molto di più, renderà ancora più di prima l’Italia un popolo di ferraristi. Scatena la passione per il rosso Ferrari, più che per il pilota: a Enzo Ferrari sarebbe piaciuto-

La sua prima vittoria per il Cavallino matura al Gran Premio di Spagna del 1996. Vince il primo Mondiale in Ferrari nel 2000, e non smette fino al 2004. Dà il primo addio alla Formula 1 nel 2006, dopo undici stagioni con il Cavallino.

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Si parla di un secondo tempo in Superbike, ma nel 2010 accetta l’offerta della Mercedes e a 41 anni torna in Formula 1. Lo convince Ross Brawn, artefice dei suoi anni di gloria in Ferrari, che gli propone un contratto da 20 milioni dollari per due anni. Ma in quelle due stagioni aggiunge solo un podio a Valencia alla sua leggenda. Al suo posto arriverà Lewis Hamilton, l’uomo che abbatterà il suo primato di vittorie in Formula 1.

L’automobilismo è storia di famiglia. Insieme a Ralf, formano l’unica coppia di fratelli ad essere mai arrivati al primo e secondo posto in uno stesso gran premio, a Montreal 2001. E vinse Ralf. Suo figlio Mick debutterà con la Haas nella prossima stagione di Formula 1.

Schumacher è stato anche una giovane promessa del calcio. Il suo primo allenatore, di cognome, faceva Ferrari. Un segno del destino.

 

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