Zak Brown apre al salary cap in F1: “Non solo per i piloti, anche i manager”

L’amministratore delegato della McLaren Zak Brown si aspetta un accordo globale tra tutte le scuderie sul salary cap entro i prossimi tre mesi

Zak Brown
Zak Brown, amministratore delegato della McLaren F1 (Getty Images)

In Formula 1 si continua a discutere di salary cap e quello dell’amministratore delegato della McLaren Zak Brown è solo uno degli ultimi pareri che aprono a questa opzione.

Zak Brown e il salary cap

Quella del salary cap è un’opzione che potrebbe rivoluzionare i conti della Formula 1 per i prossimi anni, soprattutto dopo una stagione decisamente difficile per via della pandemia. Ormai sono rimaste pochissime le scuderie a rifiutare l’idea, di fatto la Mercedes è rimasta da sola. Ma nelle ultime settimane persino la squadra tedesca, alle prese con il problematico rinnovo contrattuale di Lewis Hamilton si è detta possibilista.

Zak Brown, uno dei più scettici un paio di anni fa, ora chiede a gran voce il tetto degli ingaggi per i piloti: “Ormai penso che tutti i manager delle scuderie siano favorevoli all’introduzione del tetto salariale per i piloti – ha detto Brown – è solo una questione di tempo”.

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I conti degli ingaggi in Formula 1

In realtà un limite di spesa c’è già: la Formula 1 infatti ha abbassato di dieci milioni di euro, da 145 milioni a 135 milioni di dollari il tetto salariale dei piloti. Ma la realtà è che questa torta ha fette molto sproporzionate e che il limite può essere facilmente aggirato dalle scuderie più ricche con contratti diversi.
La McLaren, dopo l’acquisto della scuderia da parte degli arabi, ha notevolmente tagliato le sue spese. Di qui il cambiamento di posizione di Brown: “Ridurre le spese di fronte a una contrazione degli introiti e del mercato degli sponsor è l’unica soiluzione possibileper far tornsare i conti”.

Brown arriva a parlare di riduzione di stipendio anche per i manager: “Inutile fare dei sacrifici solo pensando agli ingaggi dei piloti. Anche i dirigenti delle scuderie devono dare il buon esempio. Dobbiamo tornare all’approccio che aveva Frank Williams, la priorità degli investimenti era focalizzata sempre su macchina e sviluppo, mai sul pilota”.

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