Valentino Rossi e la Ducati, come è andata nel biennio 2011-12 in MotoGP

Il team VR46, creato da Valentino Rossi, dal 2022 sarà in MotoGP e dovrebbe correre con Ducati. Il Dottore ha un precedente negativo con il marchio bolognese, ma stavolta può andare meglio.

Valentino Rossi
Valentino Rossi (Getty Images)

Il team Aramco VR46 probabilmente correrà con moto Ducati in MotoGP, l’accordo tra le parti sarebbe vicino. Mancherebbero alcuni dettagli da sistemare prima delle firme.

Se l’intesa andasse veramente in porto, sarebbe la seconda volta nella quale le strade di Valentino Rossi e della casa di Borgo Panigale si incrocerebbero. Infatti, nel biennio 2011-2012 il nove volte campione del mondo gareggiò proprio con il team bolognese. Un’esperienza negativa per entrambe le parti, visti i risultati assolutamente al di sotto delle aspettative.

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MotoGP, l’esperienza di Valentino Rossi in Ducati

Valentino Rossi
Valentino Rossi sulla Ducati (Getty Images)

Rossi approdò in Ducati dopo aver “rotto” con Yamaha nel corso del 2010, quando pose un ultimatum al team di Iwata dicendo “O io oppure Jorge Lorenzo“. Il maiorchino era il suo compagno di squadra e quell’anno vinse il suo primo titolo MotoGP. Valentino pretendeva di essere il numero 1 e che Lorenzo non venisse confermato, ma non poteva essere accontentato.

Allora il Dottore intavolò delle trattative con Ducati, che avrebbe perso Casey Stoner (direzione Honda). Il 15 agosto 2010 venne dato l’annuncio del suo passaggio in rosso per i successivi due anni. Un matrimonio che fece molto rumore, dato che un pilota italiano di enorme successo si trasferiva in una squadra italiana molto blasonata ma con un solo titolo MotoGP conquistato.

Rossi portò con sé in Ducati sia il capotecnico Jeremy Burgess, col quale aveva lavorato già in Honda e Yamaha, sia altri tecnici. Sapeva che la Desmosedici GP non era una moto semplice da guidare, solamente Stoner era riuscito a ottenere grandi risultati. Tuttavia, non era spaventato dalla sfida e pensava che sarebbe riuscito a vincere anche sulla moto di Borgo Panigale.

Ma ben presto Valentino si rese conto che l’impresa sarebbe stata più complicata del previsto. A novembre salì per la prima volta sulla Ducati nel consueto test di fine stagione a Valencia. Non andò affatto bene, fu lento e lontano dalle prime posizioni. Non era colpa solo della spalla operata dopo l’incidente al Mugello durante la stagione…

Nel 2013 in un’intervista concessa alla rivista mensile Rolling Stone ha rivelato che già in quell’occasione si pentì della scelta fatta: «La prima volta che ho guidato la Ducati è stato uno shock. Dopo tre giri ho pensato “Siamo nella merda”. Mi sono bastati per capire che avevo fatto un errore. I problemi erano chiarissimi dall’inizio. Ho detto “Ok, proviamo a migliorare questa moto”. Abbiamo lavorato per tutta la prima parte di stagione e dopo 10 gare ho capito che non avrei mai vinto con quella moto».

E in effetti il rider pesarese con la Desmosedici GP non ha mai vinto in due anni. Nonostante le sue indicazioni, il grande lavoro del team e della fabbrica, non è arrivato il successo che le parti immaginavano di avere quando firmarono il contratto. Solamente tre podi conquistati da Rossi nel biennio ducatista: due a Le Mans e uno a Misano.

Un’esperienza sicuramente fallimentare. Valentino ha ammesso di non capire come facesse Stoner a guidare la Desmosedici GP, pur guardando la sua telemetria. L’australiano aveva uno stile di guida che gli consentiva di sfruttare le qualità della moto e non era replicabile.

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Ducati oggi è cambiata: ottima soluzione per il team VR46

Valentino Rossi Luca Marini
Valentino Rossi e Luca Marini in pista nel 2021 (Getty Images)

Dopo l’avventura negativa in Ducati, Rossi è tornato in Yamaha e il resto della storia lo conosciamo. Adesso il team VR46, da lui fondato, sembra vicino a firmare con la casa di Borgo Panigale e stavolta ci sono premesse migliori per pensare che l’esperienza andrà meglio.

In questi anni la Ducati ha fatto vedere di disporre di una moto completamente diversa da quella che guidarono Stoner e Valentino. Più piloti con stili di guida diversi possono andare veloci, quindi lo scenario è totalmente cambiato. L’arrivo di Gigi Dall’Igna a capo del progetto ha rivoluzionato le cose.

A Rossi certamente incuriosirebbe salire sulla Desmosedici GP moderna, però non dovrebbe essere uno dei piloti del team VR46. Un posto dovrebbe essere del fratello Luca Marini, mentre per l’altro sono in ballottaggio Enea Bastianini e Marco Bezzecchi.

Presto potrebbero esserci novità di carattere ufficiale. Il weekend del Gran Premio d’Italia al Mugello potrebbe essere il momento degli annunci. Vedremo se tra Rossi e Ducati ci sarà un ritorno di fiamma, anche se stavolta il altra veste per il nove volte campione del mondo.

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