Max Biaggi ricorda i momenti salienti della rivalità con Valentino Rossi. Tutto iniziò in un ristorante, ma ora attende l’invito di mamma Stefania. 
Si chiude a Valencia la carriera di Valentino Rossi, il giorno dopo dilagano i ricordi di amici e avversari. Su tutti Max Biaggi, il primo storico rivale del Dottore, collega di sfide fuori e dentro le piste. Tutto ha inizio alla fine degli anni Novanta in un ristorante a Suzuka, il ‘Campanellà’, dove Valentino, all’epoca pilota della 250cc, è a cena con i meccanici Aprilia. Volano provocazioni e parole, da quel momento i duelli in pista cominciarono a collezionarsi e a fare storia, attirare curiosità per uno sport che ancora non era fenomeno di massa.
Una rivalità “molto forzata” e inaugurata quando ancora i due campioni correvano in classi diverse. “Mi ci sono ritrovato dentro ed è diventato un duello che è durato fino al termine della mia carriera“, racconta il Corsaro sulle pagine de ‘La Gazzetta dello Sport’. E ricorda, dal suo punto di vista, quanto accaduto in Giappone: “Tutto è cominciato quella sera al ristorante, in cui mi sentii davvero provocato e reagii. Mi giocavo il quarto titolo di fila in 250 e quelle frasi e tutto ciò che si disse quella sera fu creato ad hoc“. Era la genesi di una battaglia sportiva e personale di cui ora sono costellati gli annali di storia del Motomondiale.
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Max tende la mano a Valentino
Certi Gran Premi resteranno ben scolpiti nel cuore dei tifosi, come Welkom 2004, con Valentino Rossi primo e Max Biaggi secondo. E poi Assen 2001, con il Corsaro davanti al pesarese e a Loris Capirossi. “Ma mi è piaciuto anche Phillip Island 2002 in 500, con sorpassi molto da pelo. Ne abbiamo fatte tante. Ora che Rossi smette se ne anche una parte di me, agonisticamente parlando“. Si chiude un’epoca e si apre una nuova pagina, fatta di giovani piloti arrembanti che proveranno a seguirne le orme.
“Sono stati anni fantastici“, commenta Max un po’ a malincuore. Adesso potrebbe arrivare il momento della stretta di mano, del resto la loro rivalità è stata genuina e corretta. Magari seduti a tavola, ma stavolta non quella di un ristorante… “Ho sentito che Stefania, la mamma di Valentino, mi ha invitato a cena a casa sua e preparerà i cappelletti. Aspetto l’invito“.
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