Leclerc svela cosa gli è accaduto: “Rimasi molto colpito”

Charles Leclerc, in un’intervista a Sportweek, racconta un curioso aneddoto riferito alla Ferrari

Oggi è il leader della classifica iridata e il candidato più autorevole a riportare la Ferrari sul tetto del mondo. Ma c’è stato un tempo in cui Charles Leclerc non era altro che un ragazzino con la passione per le quattro ruote.

Charles Leclerc
Charles Leclerc (Ansa Foto)

Certo in pista ha sempre dimostrato di sapersela cavare, ma le sue aspirazioni sono diventate concrete soltanto più in avanti. Il monegasco si racconta durante un’intervista a ‘Sportweek’ e svela qualche particolare curioso del suo rapporto con la Ferrari e con il mondo del Cavallino Rampante. Dall’emozione più grande provata a Monza tornando dietro fino alla sua prima, curiosa, volta a Maranello.

Un giorno che rimarrà scolpito nella mente e nel cuore di Leclerc è la vittoria a Monza, la seconda in carriera: “E’ l’emozione più profonda: vedere i tifosi sotto il podio. Difficile da descrivere come sensazione“. Eppure le premesse c’erano tutte con la vittoria la gara precedente a Spa, la prima in carriera, e i tifosi che “mi aspettavano fuori dall’hotel la mattina e la sera, non so quanti autografi e foto ho fatto“. Un’accoglienza incredibile come sempre accade- secondo Leclerc – quando si corre in Italia: “C’è un’atmosfera diversa, migliaia di persone ti aspettano, gridano il tuo nome, cantano“.

Leclerc e la prima volta a Maranello: “Rimasi in reception”

Charles Leclerc
Charles Leclerc © LaPresse

Tifosi scatenati e dire che la prima volta a Maranello, Leclerc rimase in reception. A sentirlo quasi non ci si crede, ma il contesto era decisamente diverso. Il monegasco racconta nella sua intervista: “Mi ci portò Jules Bianchi, amico e padrino sportivo. Avevo 12 anni – spiega Leclerc – e rimasi molto colpito“.

Anche perché non riuscì ad accedere: “Non mi fecero entrare, rimasi alla reception, seduto su un divanetto ad aspettare Jules, che faceva parte della Ferrari Driver Academy“. Per poter mettere piede per la prima volta nella Gestione Sportiva dovette attendere altri sei anni: a 18 anni fece il suo ingresso nell’Academy, poi la scalata fino a prendersi il volante della Ferrari nel 2019. Ed ora il suo nome invocato da tutti e la speranza di vederlo inserito nell’albo d’oro del Mondiale di F1. Speranza che, mai come quest’anno, può diventare realtà.

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