Grandi novità attese per i possessori di motori PureTech: l’annuncio di Stellantis è davvero di notevole portata.
Stellantis è un’azienda di notevole portata, includendo al suo interno FCA e PSA insieme. Nonostante questo, però, i problemi di vendite e di gestione dei propri siti produttivi (in Italia soprattutto) non sono mai mancati, tant’è vero che tutto questo ha portato alle dimissioni di Carlos Tavares.

Adesso è stato rintracciato il nuovo CEO, che è Antonio Filosa, e così l’azienda può ripartire da zero e cercare di realizzare tutti i propri progetti nel miglior modo possibile, ma soprattutto riavvicinare più clienti possiibli in vista del futuro.
A partire da quelli delusi nel recente passato dal motore PureTech. Si tratta di un’ottima notizia, perché a quanto pare molte cose potrebbero cambiare in ottica futura. Scopriamo qualcosa di più a riguardo e perché è un’ottima notizia a dir poco.
Stellantis, grandi novità in vista: si tratta del motore PureTech
Per quanto riguarda i motori PureTech, quelli con la cinghia rinforzata che sembrano dare così tanti problemi a livello di affidabilità, adesso arriva una buonissima notizia, ed è una garanzia di 10 anni a 180.000 chilometri. La manutenzione deve essere stata eseguita in rete o su presentazione di fatture comprovanti l’origine dei componenti o dei lubrificanti in caso di manutenzione al di fuori della rete Stellantis. Il difetto è noto all’interno del gruppo, risolto in via di produzione e facilmente rilevabile in caso di manutenzione regolare.

Proprio per questo, Stellantis ha deciso di annunciare l’estensione della copertura per tutti i veicoli Pure Tech di Seconda generazione, indipendentemente dalla data. In un comunicato ufficiale, il brand ha precisato che per rassicurare ulteriormente i clienti e sottolineare la nostra fiducia in queso progresso, “stiamo ora estendendo la copertura speciale fino alla fine della produzione per tutti i motori turbo PureTech Gen 2, quindi fino a fine 2025″. Ricordiamo che Stellantis ha dovuto mantenere il PureTech Gen 2 con trasmissione a cinghia per diversi mesi mentre veniva effettuata la transizione.
Sono ancora attivi propulsori con trasmissione a cinghia, in ogni caso il colosso automobilistico in questione non è l’unico ad essere stato colpito da questi problemi legati alla cinghia di distribuzione. Ford, ad esempio, sta subendo apparentemente la stessa sorte con alcuni dei suoi motori Ecoboost, che necessiterebbero di manutenzione. Insomma, per chi ha un’auto con questo motore, giungono buone notizie fin da subito: quantomeno, presto il problema dovrebbe smettere di verificarsi.