Batterie, il piano dell’Europa per battere la Cina in dieci anni

Il programma Battery2030+, che vede tra i partner il Politecnico di Torino, punta a inventare le batterie del futuro attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia.

Produzione di auto elettriche (foto Getty)
Produzione di auto elettriche (foto Getty)

Per la prima volta, l’Europa si sta muovendo per la transizione alla mobilità elettrica. Il progetto si chiama Battery 2030+ e mette insieme 17 soggetti di nove Paesi: per l’Italia è coinvolto il Politecnico di Torino. L’iniziativa, che prevede un finanziamento nell’ambito del programma Horizon 2020, punta a inventare le batterie del futuro e a guidare la strada per la decarbonizzazione in dieci anni.

L’iniziativa, in base alla roadmap, si propone di “creare gli strumenti necessari per trasformare radicalmente il modo in cui scoprire, sviluppare e progettare batterie ad altissime prestazioni, durevoli, sicure, sostenibili e convenienti“.

C’è però da battere la concorrenza dell’Asia, soprattutto della Cina, nella battaglia su cui si giocherà il futuro della transizione energetica, della mobilità sostenibile. I promotori dell’iniziativa hanno individuato tre principali direzioni di ricerca.

Batterie, le tre direzioni del piano europeo

Una batteria agli ioni di litio (foto Getty)
Una batteria agli ioni di litio (foto Getty)

Innanzitutto, l’individuazione dei materiali più adatti. Per questo, servirà creare un enorme database di elementi, da valutare anche attraverso l’intelligenza artificiale.

Proprio “l’intelligenza” rappresenta il secondo driver dello sviluppo per il futuro. Le batterie della prossima generazione dovranno essere “smart”. Dunque, saranno necessari sensori per monitorare le reazioni chimiche all’interno delle celle della batteria e meccanismi in grado di auto-riparare i fenomeni di degradazione.

Il terzo punto della strategia riguarda la “producibilità e la riciclabilità”, in quanto lo sviluppo richiede che le batterie garantiscano elevata prestazione e siano allo stesso tempo economiche e smaltibili nell’ottica di un’economia sempre più circolare.

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