GP Belgio, Vettel sul possibile boicottaggio: “Non credo funzionerebbe”

Boicottare il GP del Belgio? Se ne è parlato, soprattutto dopo che negli Stati Uniti moltissimi eventi sportivi sono stati boicottati in blocco da sportivi che non sono scesi in campo per aderire al movimento End Racism.

GP Belgio Sebastian Vettel
Sebastian Vettel durante la conferenza stampa di presentazione del GP del Belgio (Getty Images)

Ma il panorama della Formula 1 è molto diverso…

Vettel smonta il boicottaggio del GP del Belgio

Se è vero che tutto il mondiale di Formula 1 è stato all’insegna del movimento End Racism, sostenuto a gran voce da Lewis Hamilton e poi fatto proprio anche da diversi altri piloti e dalla FIA, Vettel non si tira di certo indietro.

Prima di ogni gran premio si tiene una riflessione. Molti piloti si inginocchiano prendendo parte al cosiddetto “knee down” per ricordare la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso a Minneapolis durante un arresto da parte della polizia. Ma alla fine quello che conta è il business, e cioè che si corra.

Sebastian Vettel, pur sposando la campagna End Racism e appoggiando Hamilton, si dice scettico su un potenziale boicottaggio di un gran premio: “Per come la vedo io non ha senso non disputare il Gran Premio. Credo che tutti, ma davvero tutti dovrebbero essere d’accordo. Manager, scuderie e non solo i piloti. Quello che sta accadendo negli Stati Uniti con alcuni giocatori che boicottano o scioperano, o si rifiutano di prendere parte agli eventi sportivi che dunque devono essere rimandati, penso abbiano un senso specifico soprattutto lì, negli USA, dove queste proteste sono nate fin dall’inizio”

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Onorare gli impegni

In Formula 1 si va avanti… “Non dimentichiamoci che questa è una stagione particolare, ci esibiamo in circuiti vuoti e senza pubblico. Stiamo cercando di onorare impegni onerosi da parte delle scuderie e degli sponsor che ci hanno consentito di rispettare una stagione difficilissima investendo molto denaro. Possiamo essere contenti di quello che abbiamo fatto fino a questo momento e delle nostre azioni. Sicuramente possiamo ancora fare molto e dobbiamo continuare a far pervenire il nostro messaggio a tutti i fan della Formula 1. Quello dell’integrazione è un cambiamento significativo che sarà lento e che non si concretizzerà dall’oggi al domani. Il nostro è un piccolo contributo. Ma speriamo che ci vede capisca il punto, recepisca il messaggio il messaggio e lo faccia proprio per quella che sarà il suo atteggiamento nella vita”.

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“La penna la porto sempre con me”

Vettel ha anche parlato del suo momento con la Ferrari: “Ottenere la targa di miglior pilota a Barcellona è stata una piccola soddisfazione che mi ha fatto molto piacere ma questo non può bastare. Io e la Ferrari non siamo qui per accontentarci di un semplice settimo posto. Siamo tutti convinti che si possa e si debba puntare a qualcosa di molto più significativo. Punto al massimo e pretendo il massimo”.

“Il rispetto verso la mia squadra e il mio team è assoluto ma non punto a vivacchiare – ha detto Vettel riferendosi al suo botta e risposta con il team a Barcellona a proposito di un rientro ai box rifiutato seccamente dal tedesco – credo nella macchina e nella squadra. Il mio è un debito di riconoscenza nei confronti della Ferrari che mi legherà da qui alla fine dell’anno, e non è solo questione di un contratto. Quanto al futuro non so e non ho nulla da aggiungere. Una penna con me ce l’ho sempre ma non è necessariamente per firmare un contratto.”

Vettel chiude con una battuta dedicata ai giornalisti: “Vi risparmio tempo e domande. Potete copiare e incollare quello che ho dichiarato due settimane fa”.

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