F1, Claire Williams e la vendita del team: “Decisivo il Coronavirus”

La vendita della Williams a Dorilton Capital ha posto fine a un’epoca in Formula Uno, ma la situazione era ormai diventata insostenibile, come ha raccontato Claire Williams.

Claire Williams
Claire Williams (Foto: Getty Images)

Poche settimane si è chiusa un’era in Formula Uno: è infatti stata uffcializzata la vendita della Willliams a Dorilton Capital, che ha comunque accettato di non modificare la denominazione, condizione fortemente voluta dalla famiglia. Ormai da qualche tempo la situazione era però diventata insostenibile sul piano economico per quella che era una realtà importante soprattutto negli anni ’90, quando era una delle più accreditate nella lotta per il titolo.

Il dispiacere per Claire Williams, che non è più riuscita a mantenere il team ai livelli di papà Frank, è stato quindi fortissimo. Compiere questa scelta è stato certamente doloroso, nonostante i tentativi da parte di lei e dei suoi collaboratori per evitarlo. A inizio anno tutto è precipitato: determinanti si è rivelata la perdita di una sponsorizzazione importante come quella di RoKit, ma soprattutto la pandemia, che ha dato il colpo di grazia.

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Claire Williams (Getty Images)

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Claire Williams e la decisione più difficile ma inevitabile

E’ proprio Claire Williams a raccontare cosa sia accaduto nell’ultimo periodo e l’amarezza provata: “Avevamo tante speranze per questo 2020, le difficoltà c’erano e ne eravamo consapevoli, ma eravamo convinti di poter provare a raddrizzare la situazione. C’erano anche degli sponsor che ci avevano fatto promesse importanti – ha detto lei al Daily Telegraph -. Poi tutto è precipitato con il Coronavirus, lì abbiamo capito che non c’erano più soluzioni. La revisione strategica era quindi l’ultima cosa che potevamo fare. Tutto sommato, siamo riusciti a concludere la vendita in tempi brevi, poteva andare peggio”.

Salvare il team era importante, ma la donna non può che sentirsi svuotata, la scuderia era una sorta di “creatura di famiglia”: “Io ho fatto il possibile. Ormai non avevo più energie. Tenevo tantissimo a questa squadra, anche per quanto fatto negli anni da mio padre. Quando ho deciso di prendere le redini del team era consapevole del compito difficili che mi attendeva, ma l’ho fatto proprio per preservare un bene di famiglia. Mia mamma ha fatto il possibile per sostenermi, negli anni ’70 lei aveva dato un contributo economico importante per permettere a papà di proseguire, così come è stata determinante nel sostegno dato a mio padre dopo l’incidente. Senza di lei non ci sarebbero mai stati i risultati arrivati dalla fine degli anni ’80 in poi”.

Ora Claire vuole provare a guardare al futuro, anche se provare una sensazione di rimpianto è inevitabile: “Avere un ruolo di prestigio in Formula Uno porta via tantissimo tempo. Io però sono anche una moglie e una mamma, ma vorrei anche occuparmi in prima persona di mio papà. Finora tutti mi hanno considerato solo come ‘Claire Williams, la figlia di Frank’. Io però sono anche altro e vorrei dimostrarlo” – ha concluso.

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