Iannone, la storia della bistecca non convince: l’attacco di Miller

Andrea Iannone dice di aver assunto il drostanolone inconsapevolmente, a causa di carne contaminata. Ma Jack Miller non crede al pilota di Vasto.

Andrea Iannone
Andrea Iannone (Getty Images)

La carriera da pilota di Andrea Iannone è pressoché conclusa, dopo la pesante sentenza del TAS di Losanna sul caso doping che lo ha riguardato. Una sospensione di quattro anni, che decorre da dicembre 2019, che ormai lo ha segnato.

Il rider abruzzese e i suoi avvocati speravano di vincere il ricorso presso il Tribunale Arbitrale dello Sport, che invece lo ha respinto e ha accolto quello della WADA prolungando la precedente squalifica di 18 mesi che aveva inflitto la FIM. Un vero incubo per The Maniac, che adesso dovrà reinventare il proprio futuro.

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MotoGP, Miller non crede a Iannone

Jack Miller MotoGP Ducati
Jack Miller (Getty Images)

Dal paddock della MotoGP diversi piloti hanno manifestato solidarietà nei confronti di Iannone. Ma c’è anche chi non ha preferito commentare, come Cal Crutchlow, e chi ha detto esplicitamente di non credere al pilota italiano. Quest’ultimo caso è quello di Jack Miller.

Intervistato da The-Race, il rider australiano non ha voluto prendere le parti di Iannone e ha espresso una posizione maggiormente critica: «Per ricevere una squalifica di quattro anni – ha spiegato – devono esserci valide prove nei suoi confronti. Ci sono delle regole da rispettare, siamo consapevoli di cosa possiamo e non possiamo fare. Se mi chiedete se credo che la sostanza possa arrivare dalla carne, io rispondo di no»

Miller non crede alla tesi della carne contaminata che avrebbe “fregato” il collega italiano: «Abbiamo mucche nella nostra fattoria e non iniettiamo steroidi o altro. E anche se lo facessimo, non credo che la quantità di carne di una sola bistecca possa far risultare positivo al drostanolone chi l’ha mangiata».

L’opinione di Jack sull’argomento è molto chiara: Iannone ha commesso un errore e lo sta pagando, come previsto dal regolamento. Ovviamente, si può discutere sull’eccessiva severità della pena prevista per il caso specifico, però gridare al “complotto” appare esagerato.

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