F1, la Ferrari teme un’altra “Spy Story”: dati rubati sul motore 2019?

F1, Ferrari teme un’altra “Spy Story”: dati rubati sul motore 2019? La vicenda con la FIA potrebbe non essere ancora chiusa

Ferrari Spy Story
F1, la Ferrari teme un’altra “Spy Story”: dati rubati sul motore 2019? (Foto: Getty)

Chi non ricorda quel famoso 2007 con la “Spy Story”? Il campionato del mondo di Formula 1 deciso nelle aule dei tribunali, dopo aver appurato il dolo effettuato dal capo meccanico Ferrari Nigel Stepney, con migliaia di fotocopie sul progetto di Maranello passate al suo amico Mike Coughlan. In più il sabotaggio delle vetture di Raikkonen e Massa nel GP di Montecarlo, il tutto per cercare di favorire la McLaren, alla fine penalizzata con l’azzeramento dei punti nella classifica costruttori. Stepney, scomparso nel 2014, è stato condannato a 1 anno e 8 mesi di carcere e una multa per “sabotaggio, spionaggio industriale e frode sportiva”.

Ora la situazione sembra ben diversa, ma il goffo tentativo della FIA di trovare una soluzione alle polemiche riguardanti il motore Ferrari del 2019, lascia quantomeno perplessi dalle parti di Maranello. Quel motore è stato indagato dopo l’estate scorsa e improvvisamente, dopo aver chiesto alla FIA due o tre chiarimenti (via Red Bull e Mercedes), tutto era tornato alla “normalità”. Quel propulsore che Verstappen chiamava “imbroglione” pur non avendo in effetti dati in mano per argomentare le proprie tesi.
Ora, il Corriere della Sera, con il suo corrispondente Giorgio Terruzzi, giornalista veterano di F1, suggerisce che potrebbe esserci stato un trasferimento di informazioni alla FIA dall’interno della squadra.

Qualcosa che avrebbe aiutato i tecnici della Federazione a trovare ciò che prima non potevano e soprattutto qualcosa che doveva rimanere nei segreti industriali della Scuderia. In effetti a questo potrebbe collegarsi l’attuale patto siglato tra la FIA e la Ferrari per una collaborazione futuro sullo sviluppo dei motori di F1. Perlomeno qualcosa che ha lasciato tutti perplessi, ma che potrebbe avere questa spiegazione piuttosto chiara. Un modo di ricucire uno strappo legale.

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F1, la Ferrari teme un’altra “Spy Story”: informazioni rubate sul motore 2019?

FIA F1
F1, la Ferrari teme un’altra “Spy Story”: informazioni rubate sul motore 2019? (Foto: Getty)

In effetti suona piuttosto strano trovare un accordo con la Federazione Internazionale, specie dopo le divergenze avute nel recente passato. Nonostante le numerose indagini sul motore 2019, nessuna sanzione è stata comminata alla “Rossa” e anzi con questo patto si apre ad un possibile sviluppo “più libero” del propulsore di Maranello. Quasi un risarcimento tecnico dopo quanto accaduto lo scorso anno.

Anche il Corriere prova a ricostruire la vicenda e mette Toto Wolff nell’equazione. “È noto che il capo sportivo della Mercedes, è un nemico giurato della Ferrari dopo il veto posto dalla Scuderia nel passaggio diretto di qualsiasi team principal in cima a Liberty Media, un’operazione a cui il manager austriaco era molto interessato. Wolff ha personalità e ambizione per cercare di ottenere ciò che vuole”. “Sospetti, colpi, ipotesi. Ombre che provengono da uno scenario in cui le squadre discutono regole e distribuzioni di denaro con atteggiamenti bellicosi”, aggiunge il quotidiano. E non è solo. Un abituale “addetto ai lavori” di Maranello, il famoso giornalista Leo Turrini, afferma che “in questa storia, la FIA ha agito come se avesse le informazioni di un furto. Non sono l’autore di romanzi di spionaggio, ma non credo di sbagliarmi”. Il ‘paddock’ è confuso, e non sembra che questa storia finirà presto. Si attendono altre puntate.

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