Flavio Briatore e lo yatch Force Blue tra lusso, feste e super Vip

Si torna a parlare di Flavio Briatore anche in Formula 1. Molti lo vorrebbero a fianco di Alonso, come manager personale, dell’ex campione del mondo che ritorna per guidare fuori dal pantano la Renault.

Flavio Briatore
Flavio Briatore, supermanager in Formula 1 di Benetton e Renault (Foto Getty Images)

Ma è un dato di fatto che, per quanto il manager negli ultimi anni abbia cercato di mantenere un profilo più basso, Flavio Briatore rappresenti un’epoca di enorme successo e clamore.

Flavio Briatore e l’impronta del successo

Per molti anni l’immagine di Flavio Briatore, prima ancora che diventasse guru televisivo con il format “The Apprentice” che per alcuni anni ha avuto un discreto successo nel nostro paese, è stata abbinata a yacht e splendide donne. Quando il manager era il responsabile del successo del progetto Formula 1 di Benetton prima e Renault poi, ma soprattutto lo scopritore di Fernando Alonso, Flavio Briatore era un uomo di grande intelligenza, di estrema caparbietà che si era fatto da solo e che vantava un patrimonio di tutto rispetto. Con relazioni personali solidissime e soci enormemente ricchi, Briatore ha avuto modo di vivere a fianco di alcune tra le donne più belle del mondo come le modelle Heidi Klum e Naomi Campbell.

All’alba del terzo millennio Briatore entra a piedi uniti nel mondo del jet set internazionale per fare del lusso e dell’intrattenimento un business. Sceglie il suo target di riferimento e un bacino operativo. La Sardegna. Qui a poco a poco crea il mito del Billionaire, poi replicato in Versilia con il Twiga e riesce a diventare punto di riferimento di un Italia salottiera e mai sazia di gossip che voleva vivere anche un solo giorno da leoni.

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L’Italia del ben godi e delle carte revolving

La leggenda secondo la quale alcune famiglie “normali” si indebitavano fino ai capelli, con le carte di debito revolving, solo per trascorrere tre giorni a Porto Cervo ed entrare al Billionaire non è così leggendaria. Ma reale. Sull’argomento sono state scritte tesi di laurea, film (“Vita Smeralda” con Jerry Calà) ma anche canzoni come “Italiano Medio” di J-Ax. Il rapper scrive “Quest’anno ho avuto fame ma per due settimane, Ho fatto il ricco a Porto Cervo… che bello”.

Era proprio così. Il jet set cui Briatore era riuscito a dare un’identità grazie anche all’attenzione dei media e al ridondante clamore di cui era circondato grazie a una sapiente strategia di marketing e comunicazione, fruttò molti soldi e creò altri miti. Come quello del “Force Blue”.

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Il mito di Briatore e del Force Blue

Capolavoro nautico prodotto dai cantieri Royal Denship nel 2002, Briatore comprò il “Force Blue” nuovo di zecca a una settantina di milioni di euro. Un business eccellente; come lo stesso manager spiegò in diverse occasioni. Il panfilo – 63 metri di lunghezza, diciassette persone di equipaggio con due motori Caterpillar e 4000 cavalli di potenza – non era uno sfizio ma una grande operazione commerciale. Registrato alle Cayman veniva affittato come una qualsiasi imbarcazione charter a chi aveva molti soldi e il desiderio di farsi notare. Il budget era di circa 30mila euro al giorno.

Briatore a bordo ha trascorso alcune splendide vacanze, preferendo il lussuoso yacht alle ville di Porto Cervo e cenando ogni notte al Billionaire. A bordo del panfilo lunghe feste e una sfilza interminabili di vip, stelle della tv e dello sport. Il tutto a rafforzare la sua immagine di imprenditore di successo.

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Le indagini e il ‘profilo basso’

Il “Force Blue” diventò anche il principale oggetto di interesse dell’Agenzia dell’Entrate che anni fa aprì un lungo contenzioso che portò anche al sequestro del panfilo, nel 2010, quando era ormeggiato a La Spezia. A bordo c’erano la moglie di Briatore, la soubrette Elisabetta Gregoraci e il figlioletto, Nathan Falco. Fu un episodio che fece scalpore e che animò le cronache per diversi anni.

Ma lo scorso anno la vicenda è finita in prescrizione con i legali di Briatore e dei suoi soci che hanno presentato ulteriore ricorso per la lunga confisca del panfilo. Una lunghissima indagine divisa in più fasi e faldoni che vede Briatore uscire forse ridimensionato rispetto al lusso dei primi anni duemila. Ma certo non demolito. Briatore ha accettato di ridimensionare il suo profilo pubblico e di cambiare alcune delle sue strategie imprenditoriali.

Il manager, che adesso potrebbe decidere di tornare alla Formula 1, da dove tutto è cominciato, è diventato l’imprenditore di se stesso e dell’immagine che è riuscito a creare.

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